“E’ una questione di giorni e non settimane, perché la questione” in Libia “è rischiosa, esplosiva”. L’alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera e di difesa, Federica Mogherini, in una intervista al programma televisivo ‘Che tempo che fa’ ha confermato che “l’unica opzione alla quale si sta lavorando adesso è quella diplomatica”, ma sottolinea l’urgenza che si arrivi presto a risultati.
La situazione sul terreno, descritta da lady Pesc, vede una “frammentazione del potere, il proliferare di armi” e “nessun controllo di una autorità sul territorio e sulle frontiere”. Si tratta di “un perfetto mix a rischio di esplosione”. In questo quadro, ha indicato Mogherini, la prima necessità “è avere una autorità in Libia”. È “fondamentale avere un interlocutore unico – ha proseguito l’alto rappresentante – che copra con la propria autorità la più grande parte del territorio”. Soltanto una volta che sarà compiuto questo passo, secondo la vicepresidente della Commissione Ue, “tutta la comunità internazionale, sicuramente l’Europa e all’interno dell’Europa l’Italia, sono certa che avranno un ruolo nel sostenere la lotta al terrorismo”.
Il riferimento all’Italia non è casuale. Qualche ora prima, sempre in tv, alla trasmissione ‘In mezz’ora’, il presidente del Consiglio Matteo Renzi annunciava la volontà del nostro Paese di esercitare un ruolo di primo piano nella soluzione della crisi libica, affermando che l’Italia è “in grado di intervenire”. Anche se abbiamo “un servizio di intelligence che non è come la Cia – indicava il premier – in Libia siamo i numeri uno. Noi conosciamo come stanno le cose e siamo in grado di intervenire”. Anche Mogherini ha riconosciuto che “è naturale che l’Italia abbia un ruolo guida perché è il paese che ha maggiore conoscenza della Libia.
Un altro elemento sottolineato da Renzi è la volontà di coinvolgere anche Mosca nel trovare una soluzione. Il premier si recherà in visita dal presidente russo Vladimir Putin a inizio marzo, e discuterà anche del contributo che il Cremlino può dare. Il premier ha però posto una condizione ribadita più volte: è vero che “se la Russia tornasse al tavolo della comunità internazionale saremmo tutti più tranquilli, ma per andare al tavolo è chiaro che Putin deve uscire dall’Ucraina”.
La conferma che Mosca sarà un interlocutore sulla crisi libica è arrivata anche da Mogherini. “Sulla Libia stiamo coinvolgendo tutti – ha dichiarato – anche perché una soluzione condivisa dalla comunità internazionale passa dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite”, dove la Russia ha un seggio permanente. Ed è per questo che “qualche settimana fa ho parlato di Libia con il ministro degli Esteri Sergej Lavrov”.
Un passaggio importante sarà l’incontro previsto per giovedì prossimo a Rabat, in Marocco. Al tavolo si siederanno i rappresentanti del governo riconosciuto di Tobruk e quelli dell’esecutivo di Tripoli appoggiato dai Fratelli musulmani. L’intenzione del mediatore Onu Bernardino Leon è di arrivare a un governo di unità nazionale. Se si dovesse raggiungere l’intesa – che rimane comunque difficile, vista l’opposizione di Tobruk a far entrare i Fratelli musulmani in un esecutivo unitario – si avrebbe quel “interlocutore unico” indicato da Mogherini, la quale ha annunciato che “l’Ue sta già lavorando a ciò che si potrà fare dal momento successivo al dialogo”, e cioè si sta ragionando su “come la comunità internazionale e l’Ue potranno sostenere il contrasto al terrorismo in Libia”.