Mogherini dimezzata, Mogherini commissariata, Mogherini messa in ombra da un peso massimo della vecchia Commissione Barroso. Si moltiplicano le interpretazioni “polemiche” sulla decisione del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker di nominare l’ex commissario al Mercato interno, Michel Barnier come consigliere speciale per la politica europea di sicurezza e di difesa. Ma davvero l’ex commissario al Mercato interno può in qualche modo indebolire Mogherini? Quale sarà il suo ruolo?
“All’entrata in carica dell’attuale Commissione – ha motivato la decisione Juncker – abbiamo dichiarato che l’Europa avrebbe dovuto essere resa più forte in termini di sicurezza e di difesa. Certo, l’Europa ha principalmente un potere di persuasione, ma a lungo andare anche il potere di persuasione più forte ha bisogno di un minimo di capacità di difesa integrate”. Questo dunque il compito del nuovo consigliere speciale Barnier: sviluppare “un minimo di capacità di difesa integrate”, una competenza non tanto di Mogherini quanto piuttosto di un’altra commissaria europea, la polacca Elżbieta Bieńkowska, titolare del portafoglio per il Mercato interno e l’Industria, tra le cui responsabilità figura specificamente quella di “incoraggiare i Paesi Ue a creare un mercato della difesa più efficiente e aperto alla competizione su scala europea, cooperando in contratti per la difesa e utilizzando sinergie”.
Tra i principali compiti di Barnier ci sarà quello di assistere Juncker nella preparazione del Consiglio europeo di giugno che sarà dedicato alla difesa. Per farlo l’ex commissario porterà avanti il lavoro iniziato nel vecchio esecutivo, in cui aveva supervisionato l’elaborazione della comunicazione della Commissione Ue sui mercati europei della difesa, presentata al Consiglio europeo di dicembre 2013. Un tema, appunto, di “mercato interno della difesa”, che rientra sotto il cappello di Bieńkowska e non dell’Alto rappresentante.
È insomma difficile pensare che il ruolo di Mogherini possa essere “oscurato” da Barnier, che svolgerà solo un incarico di consulente part-time e non retribuito e la cui nomina si può vedere anche come una sorta di “premio di consolazione” visto che l’ex commissario, dopo essere anche stato candidato alla presidenza della Commissione, non ha poi ottenuto alcun incarico di rilievo. Piuttosto potrebbe essere indebolito il ruolo della titolare del Mercato interno, lo stesso che Barnier ricopriva fino a pochi mesi fa e su cui continuerà principalmente a lavorare visto anche che, come Barnier ha ripetuto per tutto il suo precedente mandato, politica industriale e mercato sono le due aree di intervento principali della Commissione europea nei settori di sicurezza e difesa.
La funzione che Barnier sarà chiamato ad esercitare è di “consiglio, di sostegno e advisor al presidente su quelle parti sulle quali la Commissione europea ha una competenza specifica in tema di Difesa, che è una parte industriale e di ricerca”, ha sottolineato anche la diretta interessata, Federica Mogherini che da Washington ha anche che la nomina di Barnier “è stata concordata con il presidente Juncker”.
“Se Barnier potrà semplificare la catena di comando che esiste ora sul mercato di sicurezza e difesa, che oggi è frammentata tra Mercato Interno, Impresa, Industria, Ricerca, in alcuni casi Concorrenza, sarà sicuramente positivo”, fa notare Andrea Frontini, analista dello European Policy Center di Bruxelles, specializzato in temi di difesa. Il rischio però c’è ed è, secondo Frontini, che “avere una figura aggiuntiva complichi la catena di comando” quando invece “un maggiore accentramento di leadership è fondamentale”. Rimane dunque cruciale che sia Mogherini a “svolgere un ruolo di coordinamento” in un campo in cui le competenze sono divise tra Stati Membri, Commissione e Agenzia europea della Difesa.