La Camera dei deputati, stamattina, avrebbe dovuto pronunciarsi sulle mozioni per il riconoscimento dello Stato palestinese, ma il voto è saltato e non si sa quando tornerà all’ordine del giorno. Problemi di regolamento parlamentare. Essendo in corso la richiesta di un voto di fiducia da parte del governo – avanzata sul decreto Milleproroghe, che verrà votato stasera a Montecitorio – serviva una deroga alla sospensione dei lavori per poter avviare il dibattito sulle mozioni sulla Palestina. Deroga alla quale Lega e Forza Italia si sono opposte nella Conferenza dei capigruppo, con il risultato di far saltare il dibattito a data da destinarsi. In molti, tra i partiti di opposizione, ritengono che in questo modo siano state tolte le castagne dal fuoco, almeno per il momento, al Partito democratico, che sul tema non avrebbe una posizione condivisa.
Inizialmente erano stati i deputati di Sel a presentare una mozione che impegna il governo a riconoscere unilateralmente lo stato palestinese. A questa si è aggiunta quella del Psi, che ha la stessa finalità. Poi, anche Ncd ha presentato la sua, che invece subordina il riconoscimento al negoziato con Israele, sulla falsariga del riconoscimento “in linea di principio” espresso dal Parlamento europeo a dicembre.
In questo contesto, il Pd aveva scelto di presentare un sua mozione. Al responsabile Esteri del partito, il deputato Enzo Amendola, l’arduo compito di approntare un testo condiviso. “Quando il tema verrà nuovamente all’ordine dei lavori – ha assicurato lo stesso Amendola – il gruppo del Partito Democratico presenterà, sulla base di un’ampia discussione, una mozione che terrà conto della situazione internazionale e delle sensibilità diverse che si sono espresse in Parlamento, e che possa essere sostenuta dal più ampio schieramento possibile”.
Missione impossibile? La Lega si schiera categoricamente contro il riconoscimento della Palestina. Sel, Psi e M5S sono invece a favore senza indugi. Da Forza Italia, Daniele Capezzone fa sapere di essere “personalmente contrario”, ma non rappresenta la posizione di tutto il partito. Ncd, insieme a quel che resta di Scelta civica, sono favorevoli, ma solo dopo che i due Stati, Palestina e Israele, si saranno riconosciuti reciprocamente, alla fine dei negoziati di pace. Il Pd risulta combattuto. Nel partito ci sono due linee: quella favorevole alla mozione di Sel per un riconoscimento immediato, in cui si riconosce la sinistra dem, e quella più sensibile ai richiami di Israele – l’ambasciatore in Italia, Naor Gilon, ha definito “inopportuna e negativa” una mozione sul riconoscimento della Palestina – composta dall’area Renziana. In questo quadro, l’unica via per uscire dall’empasse e trovare il “più ampio schieramento possibile” a sostegno di una mozione, appare quella di un testo che ricalchi quello approvato da Strasburgo. Per vederlo, se ne riparlerà. Non si sa quando, ma se ne riparlerà.