Il messaggio all’Italia vuole essere chiaro, tanto che il commissario all’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, per l’occasione ha anche imparato qualche frase nella nostra lingua: “L’Italia – recita in conferenza stampa con il suo accento greco – non è da sola, l’Europa è al suo fianco”. Ma non solo con le parole la Commissione Ue tenta di rispondere alla valanga di appelli piovuta a Bruxelles dopo l’ultima tragedia del mare al largo delle coste di Lampedusa, tra cui anche una lettera ufficiale del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. L’esecutivo Ue ha deciso di prorogare, almeno fino alle fine del 2015, l’operazione congiunta di Frontex Triton al largo delle coste italiane, che doveva durare inizialmente solo pochi mesi. Al nostro Paese sono anche stati erogati 13,7 milioni di euro di finanziamenti di emergenza attingendo al Fondo Asilo, migrazione e integrazione. Finanziamento che si va ad aggiungere al sostegno a favore dell’Italia per fronteggiare le pressioni migratorie che ammonta a oltre 500 milioni di euro per il periodo 2014-2020.
Ma la Commissione torna anche a ribadire, come già più volte fatto in passato, che la disponibilità a fare di più c’è, ma da Roma devono arrivare richieste precise. “Frontex può svolgere unicamente un ruolo di sostegno, di aiuto agli Stati membri, su loro richiesta”, ricorda Avramopoulos che, interpellato sulla lettera di Gentiloni, che chiedeva a Bruxelles più impegno finanziario e mezzi per l’emergenza immigrazione, chiarisce: finora le richieste di assistenza dell’Italia sono state pienamente accolte e “la Commissione Ue è pronta ad esaminare richieste specifiche a nome dell’Italia per finanziamenti d’urgenza”. Insomma inutile lamentarsi della scarsa cooperazione di Bruxelles se poi non si chiarisce in quale modo si vorrebbe essere aiutati.
Ma che l’Italia si trovi a fronteggiare una vera emergenza Bruxelles non lo mette in discussione. Nel corso del 2014, sottolinea, sono entrate in Europa 200 mila persone passando dal Mediterraneo. Nel primo mese e mezzo di quest’anno, gli ingressi sono già stati 5 mila 600 cento, un “numero mirabolante – ammette il commissario all’immigrazione – che ci dà un’idea di quello che ci aspetta nei prossimi mesi”. Da quando Triton è stata avviata il 1 novembre 2014, sono state messe in salvo quasi 19 mila 500 persone, di cui quasi 6 mila proprio grazie a Frontex e all’operazione congiunta.
“Non esistono soluzioni facili a questo spinoso problema, ma è chiaro che la soluzione non può essere trovata a livello nazionale. La soluzione europea è l’unica possibile”, chiarisce il primo Vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans. In attesa di una strategia globale che sarà presentata “entro l’anno”, Bruxelles ha “raccolto l’appello dell’Italia e stiamo rispondendo con ogni mezzo a nostra disposizione”, assicura Timmermans: “Siamo pronti a intervenire in modo costruttivo – dice il commissario – se l’Italia dovesse riscontrare la necessità di aumentare la risorse dell’operazione Triton.”
“La politica di migrazione in passato, e parlo di dieci anni fa, non è stata una storia di successo perché l’Europa e gli Stati membri sono stati colti di sorpresa”, ammette Avramopoulos che non nasconde nemmeno che “alcuni dei trafficanti di uomini sono più attrezzati e meglio organizzati di alcuni Stati membri”. Ma ora, assicura, le cose stanno cambiando perché “la Commissione ha preso in mano le cose e quest’anno avremo una politica sull’immigrazione esauriente”. Il prossimo 4 marzo ci sarà la prima riunione dei sei commissari Ue che si occupano di Affari esteri per “rivedere le politiche sull’immigrazione”. Intanto l’esecutivo Ue sta anche intensificando il controllo dell’attuazione delle raccomandazioni della Task Force per il Mediterraneo e riferirà al Consiglio Affari interni di marzo in merito ai progressi realizzati.
Ma, soprattutto visto il complicarsi della situazione in Libia, si sta procedendo anche a “intensificare il nostro partenariato con i paesi terzi lungo le principali rotte della migrazione nell’ambito della nostra cooperazione nei processi di Khartoum e Rabat”, spiega l’Alto commissario per la politica estera Ue, Federica Mogherini. “Ciò – dice – dovrebbe contribuire a smantellare le reti criminali di trafficanti e passatori, offrendo il massimo livello di protezione a coloro che ne hanno bisogno, a partire dalle regioni in crisi del vicinato”.
È “un primo passo in risposta alle sollecitazioni del Governo italiano”, si mostra non troppo entusiasta il ministro degli Esteri italiano: “Confidiamo – sottolinea Gentiloni – che al Vertice dei Commissari del 4 marzo” sull’Agenda per la Migrazione, siano “definite ulteriori azioni” utili a “far fronte all’urgenza della sfida”.