Da oggi la bandiera dei separatisti filorussi sventola anche sulla cittadina di Debalteseve, nell’est dell’Ucraina. Lo strategico snodo ferroviario tra le roccaforti separatiste di Donetsk e Lugansk, divenuto da settimane fronte più caldo di conflitti che non si sono fermati nonostante il cessate il fuoco deciso dagli accordi di Minsk, è ormai sotto il controllo dei ribelli. Questa mattina Kiev ha completato il ritiro dall’area di mezzi e soldati: un ritiro “pianificato e organizzato” lo ha definito il presidente ucraino, Petro Poroshenko secondo cui l’80% dei militari hanno lasciato Debaltseve in modo sicuro. Poco dopo, le milizie filorusse hanno issato in città la bandiera della Novorossia con la croce blu di sant’Andrea su sfondo rosso, imbolo delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk. Un evento ripreso e prontamente trasmesso dalla televisione russa. Proprio ieri sera a Budapest Vladimir Putin nella conferenza stampa congiunta con il premier ungherese Viktor Orban, aveva lanciato una provocazione a Kiev: “Chiaro che è sempre brutto perdere, soprattutto se tu perdi con quelli che fino ieri facevano i minatori o i conducenti di trattore (i separatisti del Donbass, ndr), ma questa è la vita e va avanti, trovo inutile fissarsi su questo”. Per Putin “il compito principale”, è “salvare la vita della gente che si trova a Debaltseve”.
Ma la presa della città e l’avanzata dei ribelli, che chiaramente non si sono fermati nonostante gli accordi di Minsk, piace decisamente poco all’occidente che se fino a ieri parlava di tregua fragile oggi denuncia una vera rottura dei patti e torna a minacciare sanzioni. L’offensiva militare rompe la tregua in vigore da domenica e infrange pesantemente il pacchetto di misure concordato la scorsa settimana a Minsk, ha detto stamani il portavoce di Merkel, Steffen Seibert. “Per la popolazione della regione – ha aggiunto – ciò comporterà grandi sofferenze e una situazione di ancora maggiore emergenza”.
Un richiamo arriva anche dall’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Federica Mogherini secondo cui “le azioni dei separatisti sostenuti dalla Russia a Debaltseve sono una chiara violazione del cessate il fuoco”. L’Ue, torna a minacciare l’Alto rappresentante, “è pronta a intraprendere ogni azione appropriate nel caso i combattimenti e atri sviluppi negativi in violazione agli accordi di Minsk continuino”. Mosca e i separatisti, ribadisce Mogherini, “devono immediatamente applicare pienamente gli impegni concordati a Minsk, a partire dal rispetto del cessate il fuoco e dal ritiro delle armi pesanti”. L’Ue chiede anche l’immediato accesso di una missione Osce che possa verificare l’applicazione degli accordi.
Quello che Vladimir Putin sta facendo in Ucraina “è inaccettabile” e avrà “conseguenze economiche e finanziarie per molti anni a venire se non desiste dal suo comportamento”, torna ai toni duri anche il premier britannico, David Cameron. “I ribelli sostenuti dalla Russia nell’Ucraina dell’est stanno utilizzando lanciarazzi, carri armati e artiglieria russi. Non si può comprare questo equipaggiamento su Ebay, deve arrivare da qualche altra parte, arriva dalla Russia e lo sappiamo”, ha aggiunto Cameron, sottolineando che l’Occidente deve essere deciso e forte sulle sanzioni.
Ma l’Europa non ci sta a rinunciare anche a Minsk 2 senza fare prima tutti i possibili sforzi diplomatici. Così una nuova riunione in teleconferenza è stata fissata per questa sera fra Petro Poroshenko, Vladimir Putin, Angela Merkel e Francois Hollande, ha fatto sapere il portavoce del governo francese, Stephane Le Foll. “L’accordo di Minsk – ha spiegato – non è morto e faremo di tutto per tenerlo in vita. I capi di stato vogliono continuare a perseguirne l’applicazione”.