Liberare quelle decine di miliardi di euro inutilizzate e colmare quel divario tra economia reale ed economia potenziale che ha impedito all’Ue di crescere negli anni della crisi. Questo l’obiettivo che si pone la Commissione europea con l’avvio della consultazione pubblica sull’Unione dei mercati di capitali. Da oggi e per tre mesi le istituzioni Ue dialogheranno con Stati membri, Parlamenti nazionali, piccole e medie imprese, organizzazioni non governative e tutte le parti interessate per capire come creare quel tessuto che ancora manca. Poi, “in estate”, dall’esito di queste consultazioni la Commissione produrrà il piano d’azione per delineare gli elementi costitutivi di un’Unione dei mercati dei capitali “entro il 2019”. Carenza di informazioni, ostacoli linguistici, legislazioni diverse, poca coscienza dei propri diritti: tutte barriere che hanno impedito e impediscono ai cittadini dell’Ue di acquistare prodotti finanziari in altri Paesi. Il 94% degli europei non si è mai rivolto all’estero per certi tipi di transazioni, e l’Unione dei mercati dei capitali mira proprio a rimuovere le barriere agli investimenti transfrontalieri nell’Ue.
Quattro gli obiettivi prioritari dell’azione della Commissione: migliorare l’accesso ai finanziamenti per tutte le imprese e i progetti infrastrutturali in Europa, aiutare le Pmi a reperire finanziamenti con la stessa facilità delle grandi imprese, creare un mercato unico per i capitali eliminando gli ostacoli agli investimenti transfrontalieri, e diversificare i finanziamenti dell’economia e ridurre il costo della raccolta di capitali. La portata dell’operazione, secondo la Commissione, vale molto. Solo per fare un esempio, “se i mercati dei capitali di rischio nell’Ue avessero avuto lo spessore di quelli degli Stati Uniti, tra il 2008 e il 2013 – dunque in piena crisi – le imprese europee avrebbero potuto beneficiare di finanziamenti supplementari pari a 90 miliardi di euro”, rileva Johnathan Hill, commissario per la Stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’Unione dei mercati dei capitali.
La Commissione dunque intende dare vita a una nuova realtà “individuando gli ostacoli e rimuovendoli uno ad uno”, così da “sbloccare liquidità presenti in abbondanza, ma congelate, e a metterle al servizio delle imprese europee”. La libera circolazione dei capitali, ricorda Hill, “è uno dei principi fondamentali dell’Ue, e a oltre cinquant’anni dalla firma del trattato di Roma siamo chiamati a cogliere l’opportunità di trasformare questo ideale in realtà”. Ma la City di Londra come reagirà a questa iniziativa? “Il Regno Unito è tradizionalmente un campione del mercato unico, e la nostra iniziativa va esattamente nella stessa direzione, quella di un mercato unico”.