Ci sono anche due viceministri russi nella lista di 19 persone e 9 entità che andranno ad allungare la lista nera dell’Unione europea delle persone colpite con congelamento dei beni e divieto di viaggio per la crisi ucraina. L’aggiunta dei nuovi nomi era stata stabilita dal consiglio straordinario degli Affari esteri convocato dopo la strage di Mariupol lo scorso 29 gennaio, ma l’entrata in vigore delle misure punitive era stata sospesa, la scorsa settimana, per non ostacolare le trattative in corso a Minsk. Ora, nonostante l’entrata in vigore della tregua, i nuovi nomi sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale e le misure diventano dunque effettive.
Tra i cinque ufficiali russi inseriti nell’elenco compaiono Arkady Bakhin e Anatoly Antonov, rispettivamente primo viceministro e viceministro della Difesa del governo di Mosca, ed il vicecapo di stato maggiore russo Andrei Kartapalov. Nella lista anche il parlamentare russo Joseph Kobzon, per essersi “recato nella cosiddetta repubblica popolare di Donetsk” e aver “rilasciato dichiarazioni a sostegno dei separatisti”. Colpito anche Valery Rashkin, primo vicepresidente dela Comitato della Duma per le questioni etniche e fondatore del movimento “Fronte patriottico di sostegno Mosca Rossa”.
Sanzioni che appaiono “assurde dopo gli accordi in materia di risoluzione delle crisi che sono stati raggiunti a Minsk la scorsa settimana”, reagisce il ministero degli Esteri russo, citato dall’agenzia russa Itar Tass. “Le nuove sanzioni che riguardano la Russia – continua il ministero – mostrano il fallimento dell’Unione europea nell’analizzare le vere ragioni per l’escalation del conflitto in Ucraina orientale”.