Eurogruppo chiave quello di Bruxelles, ma solo da un punto di vista teorico, perchè all’atto pratico si va verso un nulla di fatto. Oggi si capirà se ci sono le condizioni per un accordo politico che permetta alla Grecia di avere nuove condizioni di assistenza. Le premesse, però, non sono delle migliori. Il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, è giunto nella capitale dell’Ue senza rilasciare dichiarazioni alla stampa. Il primo incontro della mattina con il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, è durato appena quindici minuti, riferisce la stampa greca. Se le cose stanno davvero così, non è un buon segno.
Dalla Commissione – una delle “istituzioni” con cui Atene ha dialogato venerdì e sabato a livello tecnico – fanno sapere di “non essere troppo speranzosi” circa un buon esito del vertice dell’Eurozona di oggi. A parlare è il commissario per l’Euro, Valdis Dombrovskis, che dice che “la flessibilità sulle condizioni è limitata”. A Bruxelles, prima ancora dell’avvio dell’Eurogruppo, si fanno sempre più insistenti le voci di un nuovo incontro straordinario da convocare “tra mercoledì e sabato”. Parrebbe giovedì, a sentire le voci di corridoio, ma il ministro delle Finanze irlandese, Michael Noonan, parla di “venerdì”. Vedremo.
Salari minimi più alti di quelli previsti dall’attuale programma d’assistenza, stop al programma di privatizzazione (in particolare quella del porto del Pireo), revisione degli obiettivi di avanzo primario: questi i punti su cui il governo di Tsipras intende riscrivere le condizioni, a quanto pare però poco gradite agli interlocutori. “Lavoriamo all’estensione del vecchio programma, non ce ne sarà uno nuovo”, sostiene il ministro delle Finanze austriaco, Jorg Schelling. Anche la Francia sulla stessa linea. “Non è il tempo per un nuovo programma”, dice Michel Sapin. Duro anche il responsabile delle Finanze slovacche, Peter Kazimir. “Concordo con chi ritiene che stasera non ci sarà accordo. La questione non è tener conto dei desideri greci, ma di saper tenere conto dei desideri di tutti quanti e trovare un accordo comune”. La pietra tombale su un accordo la mette Wolfgang Schauble. “I colloqui che hanno preceduto questo Eurogruppo sono stati negativi. Quanto sentito finora non rafforza il mio ottimismo sulla Grecia”, sostiene il ministro tedesco, che si dice “scettico” circa la possibilità di chiudere entro oggi. “Non mi è chiaro cosa ha in mente il governo greco, ma conoscete qualcuno a cui è chiaro?”.
E che le cose on andassero per il verso giusto si era capito subito quando non c’erano state dichiarazioni alla stampa del presidente dell’Eurogruppo prima della riunione: qualcosa che non si vede proprio tutti i giorni a Bruxelles. Dijsselbloem ha preferito lavorare alla bozza di comunicato finale, documento che di fatto poi ha affossato le trattative. Si scrive che la Grecia “ha espresso l’intenzione di richiedere un’estensione tecnica dell’attuale programma”. Le risposte arrivano da Atene: si tratta di richieste “inaccettabili” e “insostenibili”, di fronte alle quali “non ci sono le condizioni per un accordo”.