L’accordo di Minsk, siglato tra Russia e Ucraina alla presenza del cancelliere tedesco Angela Merkel e del presidente francese Francois Hollande, è “un buon risultato della diplomazia europea”. Lo sostiene Paolo Gentiloni, convocato dalle commissioni Affari esteri di Camera e Senato per riferire sull’evoluzione della crisi. Il ministro degli Esteri ritiene che l’intesa raggiunta sia il frutto del “mix tra dialogo e sanzioni” portato avanti dall’Ue.
“L’Unione europea si è mantenuta unita in questi cinque mesi – ha sottolineato il titolare della Farnesina – deliberando sanzioni misurate ed equilibrate, prese all’unanimità”. Misure che, per Gentiloni, hanno convinto il presidente russo Vladimir Putin a sedersi al tavolo del negoziato. Per questo risultato “dobbiamo rivendicare il merito dell’Alto rappresentante Federica Mogherini”, aggiunge il capo della diplomazia italiana.
Detto ciò, il ministro invita comunque alla cautela – come del resto i leader europei – perché “saranno le prossime ore e le prossime settimane a dire se gli impegni” presi dalle parti “verranno rispettati”, e “se la speranza che si è aperta il 12 febbraio è stata davvero una svolta, e avrà almeno bloccato l’escalation militare (il cessate il fuoco dovrà scattare alle 24 di sabato), o addirittura se avrà aperto le strade per la pace”.
Nel caso “la Russia non dovesse rispettare gli impegni – ammonisce il titolare della Farnesina – sarebbe inevitabile proseguire con le sanzioni e discutere un inasprimento” delle stesse. Al contrario, se l’intesa verrà applicata, “si ragionerà sul parallelo e graduale ritiro delle sanzioni”. Dal canto suo, “il governo italiano farà di tutto, sia a livello individuale che nell’Ue”, perché il risultato del vertice di Minsk “sia fermare la guerra e aprire un quadro nel quale la Russia venga recuperata alla dinamica della sicurezza europea”. Anche se, “rendere possibile questo quadro dipende soprattutto da Mosca”, precisa Gentiloni, ricordando che “siamo stati messi più volte di fronte a impegni presi e non mantenuti da parte di Putin. Se sarà così di nuovo, si rischiano nuove divisioni”.
In merito al ruolo dell’Europa nel rispetto dell’accordo, il ministro ricorda che “l’Ue è chiamata ad alcuni compiti specifici”. Il primo dei quali consiste nell’impegno “trilaterale tra Unione europea, Mosca e Kiev teso ad assicurare la regolarità delle forniture energetiche”. Un aspetto “importante anche per gli interessi italiani, perché una parte molto consistente delle forniture del nostro Paese viene dalla Russia, attraverso la pipeline che passa per l’Ucraina”.
In secondo luogo, l’Unione europea dovrà “riprendere immediatamente i colloqui sull’impatto dell’accordo di associazione Ue-Ucraina nei confronti della Russia”. Su questo punto è intervenuto il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, il quale ha evidenziato come “la crisi non sia nata con l’annessione della Crimea” da parte di Mosca, “ma è nata” proprio “con la firma degli accordi di associazione tra l’Ucraina e l’Ue”. Per Napolitano, in quel frangente ci fu una “miopia delle istituzioni europee”, le quali non considerarono “la necessità di un confronto trilaterale”, che informasse e rendesse partecipe anche il Cremlino.
Adesso, “per ricreare un clima positivo”, indica il ministro Gentiloni, bisogna “rassicurare la Russia, non solo sul fatto che l’Ucraina non aderisce alla Nato”, ma anche “attraverso un meccanismo di dialogo”, grazie al quale “la Russia venga messa a conoscenza” dell’impatto dell’accordo di associazione tra Kiev e Bruxelles.