Al suo arrivo al palazzo del Consiglio europeo il premier greco, Alexis Tsipras, si è detto “molto fiducioso che tutti insieme saremo capaci di trovare una soluzione mutualmente soddisfacente, per superare l’austerità, combattere la crisi umanitaria e riportare l’Europa sulla strada verso la crescita e la coesione sociale”. Dopo il tema della crisi ucraina quello del programma della Troika in Grecia sarà il secondo argomento bollente sul tavolo dei Ventotto, soprattutto dopo il fallimento del primo tentativo di mediazione tra Atene e l’Eurogruppo di ieri.
Secondo Angela Merkel “bisogna cercare un compromesso, che si ottiene quando i vantaggi superano gli svantaggi”, la cancelliera tedesca ha assicurato che “la Germania è pronta”, ma “bisogna ricordarsi che la credibilità dell’Europa poggia sul rispetto delle regole”. Un compromesso che per il Presidente del Parlamento Ue, Martin Schulz, “si troverà nei prossimi giorni”.
Sembrava decisamente aperta al negoziato anche Christine Lagarde, direttore del Fondo Monetario internazionale, che uscendo ieri notte dall’Eurogruppo ha sostenuto che “I greci sono competenti, intelligenti, ed hanno riflettuto sui loro problemi. Dobbiamo ascoltarli. Stiamo iniziando a lavorare insieme – ha aggiunto – E’ un processo che comincia e che durerà un certo tempo”.
Un alleato inaspettato al tavolo dei leader Tsipras, che è stato fatto sedere di fianco a Matteo Renzi, lo potrebbe trovare nel premier britannico David Cameron, preoccupato per le ripercussioni che una eventuale crisi dell’euro potrebbe avere sul mercato finanziario della City di Londra e non a caso i due hanno avuto un incontro bilaterale a margine del Summit. Al suo arrivo a Bruxelles Cameron si è detto convinto che “quello che serve non è uno stallo (sulla Grecia, ndr) ma una soluzione”. L’economia britannica, ha detto, “cresce e ha successo”, ma “è influenzata dalla situazione nel continente europeo”, e quindi “più a lungo continua lo stallo, peggiore potenzialmente potrebbe essere la cosa per la Gran Bretagna”.
La maggior parte dei Paesi Ue resta comunque molto critica nei confronti dei piani di Atene, e come la pensano i Paesi del nord lo si capisce dalle parole del premier finlandese Alexander Stubb, che commentando il fallimento della prima discussione all’Eurogruppo di ieri, ha dichiarato che “il tempo sta scadendo”, e che “la chiave è trovare un modo per far continuare il programma dopo febbraio”. A suo avviso l’Europa “ha fatto molto negli ultimi 5 anni per tenere la Grecia nella zona euro, e continuerà a farlo”, ma “gli impegni sono impegni”. Atene dunque deve “fare le riforme strutturali sotto il controllo del Fondo monetario internazionale”, le riforme concordate “sull’evasione fiscale, la riscossione delle imposte e il settore pubblico”, e che negli anni passati hanno portato il Paese “in un buon cammino economico, e anche verso la crescita”.