Lavorare per arrivare all’adozione di un Pnr europeo entro la fine di quest’anno. È il proposito del Parlamento europeo che, con un’ampia risoluzione sul terrorismo approvata dall’Aula di Strasburgo, ammorbidisce la sua posizione e si dichiara pronto a collaborare sulla creazione di un sistema di scambio di informazioni sui viaggi dei passeggeri delle compagnie aeree, misura contro cui aveva finora fatto blocco impedendo qualsiasi progresso. Il testo approvato con 532 voti favorevoli, 136 contrari e 36 astensioni, è stato sottoscritto da Ppe, S&D, liberali, conservatori ed euroscettici, mentre sono rimasti contrari Verdi e Sinistra Unitaria.
La risoluzione propone di lavorare “verso la finalizzazione di una direttiva sul Pnr europeo entro la fine di quest’anno” e incoraggia allo stesso tempo gli Stati membri a fare progressi sul pacchetto per la protezione dei dati personali, in modo tale che i negoziati, su entrambi gli aspetti, possano procedere di pari passo. L’obiettivo è quello di assicurare che la raccolta e la condivisione dei dati avvenga in un quadro “coerente” di protezione dei dati che fissi, in tutta Europa, standard legalmente vincolanti da questo punto di vista. Gli eurodeputati chiedono anche alla Commissione di tener conto delle conseguenze della sentenza della Corte di giustizia Ue sulla direttiva sulla conservazione dei dati personali e di invitare esperti indipendenti a fornire orientamenti “sulla necessità e la proporzionalità” del sistema Pnr.
“È la dichiarazione più positiva del Parlamento europeo sul Pnr da diversi anni”, sottolinea per i conservatori, Timothy Kirkhope, relatore della proposta sul sistema di scambio di dati dei passeggeri aerei, che annuncia: “Presenterò una proposta rivista sul Pnr alla fine di febbraio e ho fiducia che i progressi si trasformeranno in un rapido accordo prima della fine dell’anno” perché “ne abbiamo bisogno per chiudere questo gap nel nostro sistema intelligence e per assicurare che questi dati siano raccolti solo con una severa salvaguardia dei dati”. “Accogliamo con favore la prova di unità di oggi. Eurodeputati di quasi tutti i colori politici hanno dato prova di unità nell’avversione contro terrore e barbarie e hanno dimostrato che sono pronti a impedirlo”, commenta Esteban González Pons, vicecapogruppo del Ppe, da sempre favorevole alla creazione di un sistema di scambio di dati dei passeggeri a livello europeo.
“Abbiamo ottenuto molto in questa risoluzione congiunta sul Pnr europeo, in particolare sul bisogno di determinare lo scopo e la durata della raccolta dati”, evidenzia il capogruppo dei socialisti, Gianni Pittella che, chiedendo alla Commissione di rivedere il suo progetto chiarisce: “Il gruppo socialista vuole un Pnr europeo se è uno strumento utile per combattere il terrorismo e non per diminuire il nostro livello di democrazia”. “Combattere il terrorismo e difendere la privacy dei nostri cittadini vanno di pari passo. Il Parlamento si è impegnato a lavorare velocemente, ma solo se la proposta Pnr è supportata da un sistema legale con le necessarie garanzie”, sottolinea anche il leader dei liberali, Guy Verhofstadt.
Nettamente contrari rimangono invece Verdi e sinistra radicale. “La protezione dei nostri cittadini è un dovere assoluto. Dire loro la verità anche. E questa non è la scelta fatta oggi dai quattro più grandi gruppi politici del Parlamento, socialisti e liberali inclusi. Pronunciandosi per l’adozione rapida di un Pnr europeo, hanno optato per il simbolo e l’inefficacia”, commenta Eva Joly dei Greens, accusando: “Stanno usando gli attacchi di Parigi per promuovere una misura che attenta gravemente alle libertà senza peraltro rispondere correttamente alla minaccia terroristica”. Il Pnr “non creerà più sicurezza”, nemmeno secondo Cornelia Ernst della Gue, secondo cui “ciò che aiuterebbe sarebbe mettere più attenzione su politiche di prevenzione, aumentare l’inclusione socio-economica, fermare i tagli al welfare nel settore sociale, e rompere con una serie disastrosa di decisioni di politica estera”.