Le rivelazioni del francese Hervé Falciani, che ha svelato i nomi di migliaia di persone che hanno evaso il fisco con la collaborazione della grande banca internazionale Hsbc, dovrebbero far arrossire di vergogna non solo gli evasori in questione e le autorità svizzere – che invece di collaborare si sono messe a investigare sul whistleblower Falciani – ma soprattutto i dirigenti della banca e le organizzazioni imprenditoriali a cui di solito gli evasori aderiscono, come ha scritto il Financial Times.
Ma in Italia non è così. Proprio questa settimana i dirigenti italiani della banca hanno organizzato a Milano un grande convegno insieme al Sole 24 Ore, il giornale della Confindustria, per allargare la clientela italiana. In questa occasione Marzio Perrelli, il chief executive officer della banca in Italia, ha annunciato che ora la Hsbc ha deciso di puntare alla grande sull’Italia, ponendosi l’obiettivo di raddoppiare l’esposizione della clientela italiana, soprattutto imprenditori di medie dimensioni.
Come riporta, senza un briciolo di umorismo, il quotidiano che ha organizzato l’evento, questa è stata un’occasione importante di confronto sulla gestione delle attività internazionali e in particolare delle esigenze delle aziende italiane quando si trovano ad operare all’estero. “Il nostro obiettivo – ha spiegato Perrelli – è attrarre nuovi clienti, con tutti gli strumenti possibili, sulle mid-corporate con fatturato da 200 milioni in su”.
In Spagna, invece, il leader di Podemos, Pablo Iglesias, ha ringraziato pubblicamente Falciani con un tweet per aver accettato di collaborare con il suo partito. L’ex banchiere sta ora cercando di stringere rapporti anche con Syriza in Grecia. Nel frattempo in Belgio alcuni magistrati hanno minacciato di arrestare i dirigenti della Hsbc se le autorità svizzere non risponderanno alle loro richieste di rogatoria.
Se l’Unione europea volesse collaborare fattivamente all’evasione fiscale potrebbe mettere in campo la sua forza politica per fare pressione sugli svizzeri. Ma cosa possiamo aspettarci dal presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, lui stesso per tanti anni alla guida di un paradiso fiscale come il Lussemburgo?