La Commissione Europea ha concesso cento milioni di euro sotto forma di prestito alla Giordania, i quali rappresentano la prima parte di un programma di assistenza macrofinanziaria (MFA) di centottanta milioni di euro che si prevede venga completato entro la metà del 2015. Pierre Moscovici, commissario europeo per gli affari economici e monetari, ha dichiarato che “il pagamento è un segno concreto della solidarietà europea nei confronti della popolazione giordana, esposta a gravi tensioni e soggetta alle ricadute delle crisi che coinvolgono la regione” ed ha aggiunto che il paese è “un partner importante per l’Ue”.
L’MFA è uno strumento di cui l’Ue, nel fronteggiare una crisi, può disporre in maniera eccezionale per sostenere quei paesi vicini che stanno affrontando criticità di bilancio, è complementare all’assistenza fornita dal Fondo Monetario Internazionale e si aggiunge al programma di cooperazione bilaterale già iniziato con la Giordania nel 2014 nel contesto dell’European Neighbourhood Policy; oltretutto, in risposta alla crisi siriana, il paese ha ricevuto a partire dal 2012 oltre trecento milioni di euro in aiuti umanitari e per l’assistenza a lungo termine.
Obbligatorio il richiamo ai bombardamenti da parte del regno hashemita alle postazioni dell’Isis, anche se, qualora continuassero, stando a quanto detto dal comandante delle forze aeree Mansour Jbour, le incursioni saranno in linea esclusivamente con i piani operativi dello stato maggiore. Riguardo ad un eventuale attacco di terra, ventilato da Washington e Amman, il vice primo ministro siriano Walid al-Moallem ha dichiarato che “la Giordania fa parte di un’alleanza internazionale guidata dagli Stati Uniti e contribuisce ad inviare terroristi attraverso i suoi confini dopo averli addestrati sul campo all’interno delle sue frontiere sotto la supervisione americana”; ha aggiunto che la Siria è determinata a difendere la propria sovranità nazionale e che non ha bisogno, oltre al suo esercito, di altre forze di terra per combattere l’Isis.