Per il momento resta tutto congelato. Le sanzioni, almeno quelle individuali, sono lì, pronte per essere adottate, ma i ministri degli Esteri europei hanno deciso che questo non è il momento di renderle operative. Meglio trattenere il fiato e non fare alcuna mossa ulteriore prima di vedere cosa succederà nel corso del vertice che, mercoledì a Minsk, riporterà attorno ad un tavolo i leader di Russia, Ucraina, Francia e Germania. “La lista di sanzioni individuali è stata adottata ma la decisione è quella di rinviare l’implementazione al prossimo lunedì”, conferma il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, un “evidente gesto di attenzione nei confronti del processo negoziale in corso” le cui conclusioni positive “dipendono chiaramente dalla Russia”.
Dall’appuntamento, non nasconde il titolare della Farnesina, i Ventotto si attendono molto, in particolare quei Paesi che, come l’Italia, “hanno sostenuto la scommessa di associare ad una risposta di ferma condanna attraverso le sanzioni, anche l’ostinata ricerca di un negoziato”. Se però queste aspettative dovessero essere deluse “si imporrà una riflessione” anche su ulteriori sanzioni economiche. Quello su cui l’Italia non è pronta a discutere, ribadisce Gentiloni, è invece la possibilità di fornire armi all’esercito di Kiev perché “la risposta che scommette su una soluzione militare è una risposta che noi come altri Paesi non condividiamo, né oggi né domani”.
“Non vedo una soluzione militare a questo conflitto”, ha dichiarato anche la cancelliera tedesca Angela Merkel dopo aver incontrato il presidente Usa Barack Obama alla Casa Bianca in uni dei meeting preparatori di Minsk. Per Merkel gli sforzi devono concentrarsi sul “perseguire la via diplomatica”, e per questo il messaggio alla Russia è che “continueremo a perseguire una soluzione diplomatica nonostante ci siano stati dei passi indietro: in questi giorni vedremo se le parti hanno la volontà di negoziare”. Per il presidente statunitense serve una “risposta unitaria” tra Europa e Stati Uniti, che può essere raggiunta nonostante alcune “divergenze sulla tattica da seguire”. Per Obama tra le ipotesi sul tavolo c’è anche quella di “fornire armi all’Ucraina se la soluzione diplomatica dovesse fallire”, una ipotesi che però al momento viene solo “esaminata e valutata”, ma “nessuna decisione è stata ancora presa”.
“Abbiamo deciso di aspettare fino a lunedì perché il nostro compito è fare sì che i nostri tentativi diplomatici abbiano una possibilità di riuscita”, conferma anche l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini, riferendosi alle sanzioni comunitarie, sottolineando poi che “siamo stati uniti e continueremo a farlo”. Mogherini risponde anche a chi ritiene che l’iniziativa di Merkel e Hollande, che stanno conducendo di fatto i negoziati, l’abbia in qualche modo scavalcata: “Abbiamo parlato e coordinato queste iniziative”, assicura, “tutti riteniamo che la soluzione alla crisi possa essere solo politica e per questo abbiamo appoggiato tutti gli sforzi”.