Un enorme scandalo ha coinvolto la banca privata HSBC, con sede a Londra, accusata della gestione illegale di denaro, anche sporco, al fine di permettere ai suoi clienti di evadere il fisco. A sollevare il caso una inchiesta di Le Monde e dell’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), il network di giornalismo investigativo con sede a Washington, che ha diffuso l’elenco dei centomila clienti che hanno depositato nei forzieri della filiale svizzera del secondo gruppo bancario mondiale, qualcosa come cento miliardi di dollari. “Questa rivelazione conferma che il segreto bancario è usato per evitare di pagare le tasse”, ha commentato Vanessa Mock, portavoce del commissario per la Stabilità finanziaria Jonathan Hill, che parlando con la stampa a Bruxelles ha ricordato che l’Ue “nel 2012 ha adottato un piano d’azione di trenta misure per combattere le frodi e l’evasione fiscale”, molte delle quali “sono state nel frattempo approvate, tra cui quella per migliorare la trasparenza e aumentare lo scambio di informazioni tra le amministrazioni dei diversi paesi”.
Tra il 9 novembre 2006 e il 31 marzo 2007, stando agli archivi digitali trafugati da Hervé Falciani, un suo ex dipendente, 180,6 miliardi di euro sarebbero stati trasmessi a Ginevra dai conti del colosso bancario britannico attribuiti a centomila clienti e ventimila società offshore. Tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio del 2014 un’altra persona, la cui identità è tenuta nascosta, si presentò alla sede del giornale Le Monde recando con sé una pennetta usb contenente tutti i file che il fisco francese era riuscito a ricavare segretamente, dal 2009, partendo dalle dichiarazioni di Falciani, da cui è scaturita una lista “di trafficanti d’armi o di stupefacenti, finanziatori di organizzazioni terroristiche, uomini politici, stelle del mondo dello spettacolo, icone dello sport o capitani d’industria, desiderosi, nella maggior parte dei casi, di nascondere i loro soldi in Svizzera”, e ciò molto spesso, come riporta ancora il giornale, “nella più perfetta illegalità”. All’interno della lista tra i vip internazionali sembrerebbero figurare anche Fernando Alonso, Heikki Kovalainen, Phil Collins e tra gli italiani lo stilista Valentino, Flavio Briatore e Valentino Rossi.
Gli inquirenti dispongono di elementi secondo i quali i clienti sarebbero stati incoraggiati dalla banca a occultare il proprio denaro tramite società offshore, a Panama o alle Isole Vergini britanniche, in maniera da sfuggire alla tassazione europea. Le Monde, “destinatario esclusivo di queste informazioni esplosive”, nella primavera del 2014 aveva deciso di collaborare assieme all’International Consortium of Investigative Journalists, in modo tale che l’indagine ha visto coinvolto un grande numero di paesi, di media e di giornalisti.
Questa vicenda, scrive l’ICIJ, “fa luce sull’intreccio tra criminalità organizzata e affari leciti”, infatti ad esempio “i file documentano anche enormi somme di denaro controllate da trafficanti di diamanti, che sono noti per aver operato in zone di guerra e aver venduto pietre preziose per finanziare insurrezioni che hanno causato morti incalcolabili”.
Lo scandalo, denominato Swiss Leaks, richiama al meno recente LuxLeaks, che riguarda un’analoga vicenda avvenuta in Lussemburgo. Emergono nomi celebri e la clientela è la più disparata, distribuita a livello internazionale e delle più varie estrazioni sociali. “Tra Svizzera e Ue abbiamo negoziato un accordo nel 2004 che è ora in fase di aggiornamento in base agli standard del G20 e dell’Osce (Global Standard on Automatic Exchange of Financial Account Information) e che sarà quindi molto più ampio”, spiega ancora la portavoce del commissario Hill, che spera che la sua “entrata in vigore, al massimo nel 2018, porterà una fine dell’evasione fiscale e delle frodi che si celano dietro al segreto dei conti”, e conclude che, in merito allo scambio automatico delle informazioni, “la Svizzera si è impegnata a livello globale ad aderire a questi standard entro il 2017”.