Forse è l’ultimo tentativo di mediazione prima di decidere, nel corso del Consiglio europeo della prossima settimana, se procedere ad un ulteriore inasprimento delle sanzioni economiche contro la Russia. Ma per il momento l’Europa tenta il tutto per tutto per raggiungere una soluzione diplomatica nella crisi ucraina dopo gli scontri che negli ultimi giorni sono tornati a gettare nel caos l’Est del Paese. La cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande sono partiti per una visita a sorpresa che oggi li porterà a Kiev dal presidente ucraino, Petro Poroshenko e domani a Mosca dal leader del Cremlino, Vladimir Putin. Con loro, ha annunciato il presidente francese, François Hollande, i due leader portano un testo a cui per diversi giorni hanno lavorato e che ritengono “possa essere accettabile per tutti”. Un compromesso su cui ancora nulla è dato sapere se non che “è basata sull’integrità territoriale dell’Ucraina”.
L’iniziativa di Francia e Germania è sostenuta anche dall’Alto rappresentante per la politica estera, Federica Mogherini che, sebbene non coinvolta in prima persona nei dialoghi, fa sapere: “L’Unione europea è unita nell’usare ogni mezzo per spingere ad una soluzione politica” e “supporta tutte le iniziative” che vadano in questa direzione, come chiaramente fa il viaggio di Merkel e Hollande.
Ma mentre da un lato proseguono gli sforzi diplomatici, dall’altro la tensione continua a salire. La Nato ha deciso di mostrare i muscoli potenziando la sua forza di risposta rapida verso Mosca che passerà dai 13 mila soldati attuali a 30 mila uomini per “rispondere a tutte le minacce, tanto a est quanto a sud”, ha spiegato il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg. La ministeriale difesa dell’Alleanza ha anche deciso la costituzione di una brigata di 5 mila soldati che formeranno la cosiddetta “punta di lancia” in grado di essere dispiegata ovunque nel giro di 48 ore con il supporto di aviazione, marina e forze speciali. Di tutta risposta, il presidente russo, Vladimir Putin ha annunciato la decisione di mobilitare per due mesi i riservisti: una prassi ordinaria ma il cui annuncio proprio oggi appare una singolare coincidenza.
La preoccupazione rimane alta: “Siamo in presenza di una guerra, e di una guerra che può essere totale”, ha ammonito prima della partenza Hollande, spiegando che Francia e Germania si sono sentite in dovere di intervenire perché “la Germania ha legami economici forti con l’est dell’Europa e con la Russia e la Francia perché è una grande nazione europea e ha un legame storico, politico, economico con la Russia”. Vista l’escalation, ha fatto notare anche il ministro degli esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier è positivo che Merkel e Hollande siano domani a Mosca, “per sondare se vi siano possibilità per contribuire a una distensione della situazione, prima che il conflitto finisca fuori controllo, e non sia più possibile agire con misure politiche”. “Sostegno” alla missione anche da Stoltenberg, secondo cui la situazione in Ucraina “è molto seria e può peggiorare”.