“La decisione della Bce sulla Grecia è legittima e opportuna, dal momento che mette tutti i soggetti in campo attorno a un tavolo”. Così il premier Matteo Renzi commenta quanto ieri ha stabilito l’Istituto di Francoforte, che non accetterà più i titoli di Stato di Atene come garanzia dei prestiti erogati alle banche elleniche. Il presidente del Consiglio, immagina “un confronto diretto e positivo, che, andando oltre una concezione burocratica tutta rivolta all’austerità, sia capace di rispettare e far rispettare gli impegni presi e di guardare con maggiore fiducia e determinazione ad un orizzonte europeo fatto di crescita e investimenti”. Una lettura forse non dissimile da quella del ministro delle Finanze di Atene, Yanis Varoufakis, il quale ha definito l’iniziativa della Bce come “uno stimolo ” al dibattito nell’Eurogruppo.
Dopo l’incontro con il capo del governo greco Alexis Tsipras, Renzi conferma dunque una certa prudenza nei confronti del governo di Syriza, che ha ottenuto il successo elettorale proprio con un programma incentrato sulla revisione degli accordi tra il precedente esecutivo ellenico e la Troika. Obiettivo che, al momento, si sta scontrando non solo con le resistenze, prevedibili, di paesi rigoristi come la Germania – incontrando il ministro delle Finanze di Atene, Yanis Varoufakis, il suo omologo tedesco Wolfgang Sheuble ha dichiarato di essersi trovato “d’accordo solo sul fatto che non siamo d’accordo” – ma anche con uno scarso supporto da quei paesi come l’Italia, dai quali il nuovo esecutivo del leader di Syriza si attendeva un sostegno maggiore.