L’Unione europea non si deve stupire né lamentare della nuova linea politica della Grecia seguita alla vittoria di Alexis Tsipras e di Syriza. “È normale che quando un nuovo governo si forma”, ci possono “essere cambiamenti nelle politiche”, ma “altrimenti a che servirebbe votare?”, si è chiesto Pierre Moscovici durante la presentazione alla stampa delle previsioni d’inverno. Per il commissario agli Affari economici quando si insedia un nuovo esecutivo “bisogna ascoltarlo”, Atene però non deve dimenticare “che sono stati assunti degli impegni dai governi precedenti”, impegni presi “non a nome del governo ma dello Stato”, ed è quindi “normale che altri partner in Europa, in particolare i creditori della Grecia, chiedano di attenersi a questi impegni”.
Bruxelles deve quindi provare a trovare “una soluzione tra due forti posizioni”, rispettando da una parte il voto dei cittadini, e chiedendo dell’altra al Paese di rispettare i suoi di impegni. I contatti in corso tra Tsipras e il suo ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, e i vertici dell’Ue e di diversi Stati membri “dimostrano che c’è volontà da parte dei partner europei di capire chiaramente qual è il programma che le autorità intendono presentare”, ma tutti “vogliono lavorare in modo costruttivo con il governo greco”, auspicando “che la Grecia rimanga nella Zona euro”.
Il tema sarà sul tavolo del prossimo Consiglio informale del 12 febbraio e dell’Eurogruppo del 16, dove, ha spiegato Moscovici “dovranno essere prese delle decisioni” sulla questione ma, ha insistito il commissario, “tutti lavorano per una soluzione positiva”.
Il popolo greco, ha riconosciuto Moscovici, “ha fatto sacrifici pesanti”, ma le riforme “sono state positive” e in Grecia “non bisogna ora spezzare questa crescita”, visto che le previsioni “nonostante leggere attenuazioni restano positive anche per il 2016”.
Per quanto riguarda la Troika e la sua presenza in Grecia, come ha già fatto in passato il commissario ha ribadito di essere favorevole a una “evoluzione” dell’organismo formato da Commissione europea, Bce e Fmi, ma al momento la sua presenza in Grecia è “indispensabile per tutta una serie di Paesi”, in primis la Germania, che sono “coscienti della necessità della presenza del Fondo monetario internazionale, che è ancora un legittimo partner del governo greco”. Anche qui, ha concluso il commissario, “troveremo una maniera di lavorare insieme. Dobbiamo affrontare dei problemi di sostanza”.