Sulla Commissione d’inchiesta LuxLeaks, la delegazione tedesca si spacca e 17 parlamentari del Ppe si dichiarano a favore dell’indagine contro il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. Lo annuncia l’europarlamentare Massimiliano Salini (Ncd-Ppe) aggiungendo che “è la prima volta che la compattezza della delegazione tedesca viene meno e si apre una falla dentro il sistema di potere che la Merkel sta tentando di creare nel Ppe, costruendo un partito che dovrebbe essere a suo uso e consumo”.
“Non sono favorevole alla commissione d’inchiesta ma il Ppe – dice Salini – non è e non deve essere al servizio del governo tedesco. C’è ormai un’insofferenza diffusa verso i diktat che la Merkel e la Bundesbank stanno imponendo al Parlamento europeo da troppo tempo e che hanno finalmente trovato un argine efficace nella politica economica di Mario Draghi e della Bce, non certo per l’azione irrilevante del presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi che cerca di mettere il cappello su una vittoria non sua”.
Secondo Salini “c’è un parallelismo evidente fra la situazione della Merkel e di Renzi. Entrambi vogliono dettare ordini, non riconoscono le ragioni altrui, sono animati da una gestione unilaterale del potere”. Per l’europarlamentare popolare “se l’Europa si è ribellata alla linea della brutale austerità è perché questa linea non sta generando sviluppo e benessere per i cittadini. Allo stesso tempo Renzi, a causa del suo irrefrenabile egotismo, rischia di rimanere da solo a Palazzo Chigi, prigioniero di un partito di sinistra come il Pd e di Sel, privo dell’appoggio dei moderati, intento a realizzare finte riforme che non stanno cambiando il Paese”.