Un miliardo di euro, tutto e subito, per i giovani disoccupati di tutta Europa. Lo ha deciso la Commissione europea, che di fatto accelera sulle politiche messe in atto allo scopo di provarea creare posti di lavoro per gli under 25 di buona parte dell’Ue. Una decisione presa nell’ambito della Garanzia giovani, l’iniziativa lanciata dalla Commissione europea e sostenuta dagli Stati membri, concepita per creare lavoro giovanile e, a livello di risorse, per integrare il Fondo sociale europeo nei Paesi con regioni a tasso di disoccupazione giovanile superiore al 25%. Al Fondo infatti è stato affiancato l’Iniziativa per l’occupazione giovanile (Yei), che comprende uno stanziamento di 3,2 miliardi all’interno del bilancio dell’Ue. La Yei serve ai fini dell’attuazione della Garanzia per i Giovani finanziando attività volte ad aiutare direttamente i disoccupati e coloro che sono fuori da ogni ciclo di istruzione e formazione, i cosiddetti ‘Neet’, fino ai 25 anni di età o, se gli Stati membri lo ritengono opportuno, fino ai 30 anni. La proposta della Commissione di mettere sul piatto subito un miliardo di euro accrescerà il tasso di prefinanziamento dell’Iniziativa nel suo stanziamento di bilancio per il 2015 portandola dall’1-1,5% fino al 30%.
“Rendendo disponibili più celermente maggiori finanziamenti possiamo far rientrare nel mondo del lavoro un maggior numero di giovani, e sono determinata a far sì che questo accada”, spiega Marianne Thyssen, commissaria per l’Occupazione. “I nostri giovani hanno bisogno di lavoro e ne hanno bisogno subito”. Con la decisione di oggi, precisa il commissario al Dialogo sociale, Valdis Dombrovskis, di fatto “anticiperemo circa un miliardo di euro per sostenere l’opera degli Stati membri volta ad aiutare i giovani a rientrare nel mondo del lavoro o nel sistema di istruzione o ad ottenere un apprendistato”. Una buona notizia per i venti Paesi dell’Ue (Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Regno Unito, Ungheria) che beneficiano dell’iniziativa Yei. La Commissione ritiene che questo prefinanziamento accelerato potrebbe assicurare un sostegno in tempi brevissimi e interessare tra 350mila e 650mila giovani già quest’anno, mentre con l’attuale tasso di prefinanziamento la cifra sarebbe di soli 14mila-22mila.
Da sinistra a destra, passando per i Verdi, la proposta per aumentare i fondi a favore dell’occupazione giovanile piace, e raccoglie consensi trasversali sia in Italia che in Europa.
Secondo l’associazione Giovani Italiani Bruxelles “un prefinanziamento (o un vero e proprio ri-finanziamento) è un’ottima notizia”, ma nel belpaese “la buona gestione dei finanziamenti europei rimane ancora una chimera”. Il problema risiede nella pubblica amministrazione “spesso non all’altezza del monitoraggio dei fondi, della loro adeguata ripartizione e della promozione dei risultati”. Senza contare poi clientelismi e corruzione, che “hanno ripetutamente tolto risorse preziose ai giovani costringendoli a lasciare il paese in cerca di lavoro.” Nel caso in cui il Parlamento e il Consiglio dovessero accogliere favorevolmente la proposta avanzata dalla Commissione Europea, l’associazione ha intenzione di chiedere “al governo e alle istituzioni locali e regionali italiane di attuarla – come per la Garanzia Giovani – in modo corretto in tutte le regioni e fare in modo che non si verifichino disuguaglianze”. Applausi alla decisione della Commissione Ue arrivano anche dai vari schieramenti politici italiani. L’europarlamentare del PD Brando Benifei, ritiene che ora i governi europei abbiano “un’opportunità preziosa e un ulteriore incentivo a investire con sempre maggior convinzione sui giovani”. Patrizia Toia, capodelegazione del pd al Parlamento europeo, rivendica invece la decisione dell’esecutivo comunitario come il frutto delle battaglie portate avanti dal partito democratico “contro l’austerità ma anche contro il qualunquismo”. Solo due anni fa le accuse di aver presentato una proposta simile ad “una ‘scatola vuota”, ma col tempo, sottolinea l’europarlamentare, “siamo riusciti a convincere la Commissione ad anticipare i 6 miliardi di euro stanziati e ad autorizzare l’Italia ad estendere la garanzia ai giovani fino a 29 anni invece dei 25 iniziali”. Nello schieramento opposto, Lara Comi, eurodeputata di Forza Italia e vicepresidente del gruppo del Partito Popolare Europeo, sottolinea invece come la decisione di oggi faciliti “l’utilizzo dei fondi disponibili da parte degli stati membri”.
A livello europeo, Maria João Rodrigues, vice-presidente del gruppo S&D per gli affari sociali, ha accolto favorevolmente la decisione dell’esecutivo comunitario. Si tratta di “un importante segnale positivo che dimostra come l’Europa sia seriamente intenzionata ad investire nella sua gente, ponendo fine alla dura austerità degli ultimi anni”, ha aggiunto la collega Jutta Steinruck, portavoce S&D per gli affari sociali. Anche il partito popolare europeo “sostiene pienamente questo cambiamento delle regole perché è assolutamente necessario se si vuole ottenere un risultato concreto”. Secondo David Casa, eurodeputato del Ppe, la nuova proposta della Commissione “andrà a beneficio di migliaia di giovani, esclusi in precedenza semplicemente perché i loro governi non avevano abbastanza soldi”. Soddisfatto anche il partito dei Verdi europei, secondo il quale, grazie alla semplificazione del regime di finanziamento, i governi europei non avranno ora più scuse per continuare a ritardare l’attuazione del programma. “La Commissione europea ha reso ancor più facile la vita dei governi europei e questi devono smetterla di tirarla per le lunghe”, ha commentato la proposta Terry Reintke, portavoce occupazione e gioventù dei Verdi.