L’Italia e la Francia non hanno fatto abbastanza. Servono, da entrambe le parti, più riforme e maggior risanamento dei conti, guardando a quel che son riusciti a fare i paesi guidati dai popolari. Manfred Weber critica l’operato di Matteo Renzi e François Hollande nel corso della chat organizzata dal Parlamento europeo su Facebook.
Il presidente del gruppo Ppe in Parlamento Ue parla di Europa con il pubblico rispondendo alle tante domande, e tra queste anche a quelle di Eunews. Si parte dall’attualità, che oggi parla greco. Il nuovo esecutivo ellenico ha proposto di legare il pagamento del debito alla crescita nazionale come soluzione flessibile. Che ne pensa Weber? “La questione più importante qui è che tutti rispettino gli accordi precedentemente presi”. E sulla Troika? E’ davvero arrivato il momento di superarla? “La Troika – scrive Weber in chat – è soltanto uno strumento. La questione è se gli Stati membri stanno facendo abbastanza per creare la stabilità necessaria per gli investitori”, perché il vero problema di fondo è che “abbiamo bisogno di riforme strutturali e di finanze pubbliche stabili”.
La domanda viene da sé: Italia e Francia, in questo senso, come si stanno comportando? “Penso che questi due Stati membri abbiano ancora molto da fare. I Paesi che hanno fatto le riforme necessarie oggi sono economicamente più forti degli altri, e molto spesso i Paesi con storie di successo sono governati dal Ppe”.
Spazio quindi alle domande poste dal pubblico. Grecia, ancora una volta, in prima linea. “Nessuno sta andando contro un governo liberamente eletto, ma se il nuovo governo vuole ricevere i soldi dai suoi vicini, allora deve sedersi assieme a loro e trovare un accordo”. Weber ne ha per tutti. Dopo le critiche ai governi di Italia e Francia e gli avvertimenti a quello greco, bacchetta anche i socialisti. Cosa vi rende diversi da loro?, domanda un partecipante. “Noi guardiamo al futuro con un’agenda di riforme, perché le riforme servono per il nostro futuro. I socialisti invece proteggono le regole attuali, e in questo senso sono più conservatori”.
Quanto alla dimensione esterna dell’Ue, “il Ppe sostiene la proposta di Juncker di fermare l’allargamento per i prossimi cinque anni”, Turchia compresa. “E’ un partner forte per l’Europa, ma – rimarca – dobbiamo chiederci se l’ingresso sia davvero qualcosa di buono, e oggi ci sono molte sfide. Penso allo stato do diritto, alla libertà di religione e alla libertà stampa”. A proposito di libertà, il presidente del gruppo Ppe chiarisce sui diritti d’autore: “Nessuno intende stabilire una censura su internet, ma principi come quelli del copyright devono essere rispettati anche su internet”.
Emanuele Bonini