136 milioni di euro sono i finanziamenti aggiuntivi in arrivo dall’Unione Europea per fronteggiare il deterioramento della situazione umanitaria in Siria, dove sempre più persone, non solo locali, hanno bisogno di assistenza. Metà dei fondi sarà destinata alle esigenze siriane interne mediante l’assistenza transfrontaliera fornita dai Paesi vicini. La Commissione Ue cercherà di aiutare gli sfollati interni al Paese, così come i rifugiati nei Paesi vicini che vivono dentro e fuori dai campi, per assicurare che i bisognosi abbiano un riparo e mezzi di sussistenza che gli consentano di condurre una vita dignitosa nonostante le drammatiche circostanze attuali. “La solidarietà dell’Europa è inesauribile e rimaniamo pienamente impegnati per portare soccorso alle vittime più bisognose di questa crisi, ed è per questo che stiamo intensificando la nostra assistenza”, ha spiegato Christos Stylianides, commissario Ue per l’aiuto umanitario e gestione delle crisi.
L’altra metà degli aiuti sarà devoluta a sostegno dei rifugiati siriani e delle comunità di accoglienza nella vicina Turchia, Libano, Giordania, e Iraq. Per il 2015 sono stati destinati 37 milioni al Libano e 20 milioni alla Giordania, Paesi che l’Ue sostiene per il loro “sforzo nella gestione del crescente flusso di rifugiati e nel garantire l’accesso a servizi essenziali come sanità e istruzione”, ha dichiarato Johannes Hahn, commissario Ue per la politica di vicinato. Con i nuovi finanziamenti si cercherà infatti di sostenere l’azione dei partener impegnati nel fornire alimentari, apparecchiature mediche di emergenza, acqua pulita, esigenze abitative e assistenza in denaro.
La crisi siriana ha visto l’Ue ed i suoi stati membri impegnarsi nella fornitura di aiuti umanitari con oltre 3 miliardi di euro. La sola Commissione Ue ne ha elargiti 676 milioni grazie alla Direzione generale per gli aiuti umanitari e la protezione civile, che si è occupata di garantire la fornitura di farmaci essenziali, alimenti e nutrienti, acqua potabile, servizi igienico-sanitari, rifugi, distribuzione di beni di prima necessità e protezione, per aiutare le famiglie più vulnerabili (sfollati interni, rifugiati e comunità di accoglienza).