Allungare la lista nera delle persone da colpire con sanzioni mirate e rafforzare la comunicazione strategica per fare fronte alla propaganda russa. Sono queste le principali azioni su cui dovrebbero concordare I ministri degli Esteri Ue nel corso della riunione straordinaria fissata in tutta fretta per domani a causa del deteriorarsi della situazione nell’Est del Paese. Secondo una bozza di conclusioni trapelata oggi, gli Stati dovrebbero stabilire di “estendere le misure restrittive che colpiscono le persone e le entità che hanno minacciato o minato la sovranità e l’integrità territoriale” ucraina. Lista che è stata stipulata per la prima volta a marzo 2014 e che sarebbe arrivata a scadenza, dopo un anno, a marzo 2015, ma che a questo punto, si pensa invece di prolungare, con l’inserimento di nuovi nomi, fino a dicembre 2015.
Il Consiglio “chiede all’Alto rappresentante e alla Commissione di presentare una proposta entro una settimana” sui nuovi nomi da inserire nella lista dei sanzionati, mentre gli Stati continueranno a “seguire da vicino la situazione sul terreno e deciderà di conseguenza”. I ministri degli Esteri Ue dovrebbero anche chiedere a Commissione e Servizio esterno di “intraprendere un ulteriore lavoro preparatorio” su “ogni azione appropriata, in particolare su ulteriori misure restrittive che mirino ad una rapida e completa implementazione degli accordi di Minsk”. Insomma la minaccia è quella di iniziare anche il percorso verso nuove sanzioni di tipo economico, molto più dolorose per Mosca.
Certo sul nuovo percorso sanzionatorio verso la Russia, che fino ad ora era apparso quasi certo, pesa l’incognita Tsipras. Il nuovo governo greco si è detto dichiaratamente contrario a procedere a nuove misure restrittive nei confronti di Mosca e, secondo la stampa greca, starebbe anche pensando di porre un veto in questo senso. La riunione di domani potrebbe quindi rivelarsi più movimentata del previsto.
Oltre all’impianto sanzionatorio, gli Stati pensano a contrastare la Russia anche su un altro versante, e cioè quello informativo. Il Consiglio dovrebbe incaricare l’Alto rappresentante di “aumentare gli sforzi per migliorare ulteriormente la comunicazione strategica in risposta alle attività russi di disinformazione e di esplorare le opzioni per creare un team di comunicazione dedicato a condurre queste azioni”. Sforzi di questo tipo, recita la bozza di conclusioni, “dovrebbero includere la correzione di informazioni sbagliate quando compaiono” ma anche “comunicazione proattiva delle politiche Ue e il supporto allo sviluppo di ulteriori media indipendenti e democratici” nell’Est del Paese.
Come già sottolineato dalla nota congiunta dei leader Ue, gli Stati vedono negli eventi che sono tornati a sconvolgere l’Ucraina orientale una “responsabilità russa” visto che ci sono “prove di continuo e crescente supporto dato dalla Russia ai separatisti”. I ministri Ue dovrebbero chiedere a Mosca di “esercitare la propria influenza per indurre I separatisti a fermare senza ritardi le loro ostilità e a rispettare pienamente gli obblighi derivanti dall’accordo di Minsk” inclusi, come “passi urgenti”, la fine delle azioni ostili e “il ritiro delle armi pesanti dalla zona di sicurezza lungo la linea di contatto prevista dal Memorandum di Minsk”.