Per riuscire a convogliare i 28 mercati nazionali dell’energia in un unico grande mercato energetico europeo, l’Ue deve poter contare su un solido meccanismo di governance. “Serve un meccanismo robusto di governance per rendere concreta l’Unione dell’energia e rispettare i nostri obblighi”, ha dichiarato il commissario Ue per l’Unione energetica, Maros Sefcovic, nel corso del suo intervento alla commissione Ambiente del Parlamento Ue. Soltanto così diventerà possibile “adottare politiche più coerenti, evitando che ci siano dei compartimenti stagni”. Attualmente questa è invece la realtà del sistema energetico Ue, “frammentato in 28 compartimenti”, dove “manca una vera integrazione tra i vari sistemi nazionali”. In particolare, la riforma del mercato energetico Ue si presenta come una questione urgente in virtù dei significativi risparmi possibili. Se si riuscisse ad arrivare ad una soluzione europea della politica energetica, “l’Europa risparmierebbe 140 miliardi”.
Al contempo, sotto la guida di una governance forte, la politica energetica comunitaria sarebbe in grado di garantire la stabilità necessaria ad attirare investimenti nel settore. “È indispensabile aumentare i livelli di prevedibilità se vogliamo attirare l’attenzione di chi vuole investire. Se le politiche sono qualcosa di stabile, allora ci sarà un aumento degli investimenti. Questa stabilità serve e dobbiamo riaffermarla nel sistema di governance”, ha sottolineato Sefcovic.
Grazie ad un meccanismo di governance stabile, il commissario Ue si auspica che si possa stimolare la cooperazione regionale. “Quando non dialoghiamo con i nostri vicini e li mettiamo davanti al fatto compiuto si creano delle situazioni difficili”, ha evidenziato Sefcovic. Inoltre, se l’Unione energetica vuole davvero essere tale non dovrà fermarsi ai confini dell’Unione. “Collaborare con i nostri vicini consentirà una migliore integrazione del loro sistema energetico con quello europeo”.
Il pacchetto energetico, che secondo i piani dovrebbe essere presentato il 25 febbraio, sarà caratterizzato da “un’agenda legislativa estremamente ambiziosa”, dove “il ruolo del Parlamento Ue sarà essenziale, perché questo verrà coinvolto in tutta la procedura”, ha concluso il commissario.