“Il nostro futuro si chiama Europa”. E’ “il sogno di una comunità unita, senza più guerre, senza più odi reciproci”, nato dopo “l’orrore” della seconda guerra mondiale e dell’olocausto. Sono parole del presidente del Senato Pietro Grasso, che nella sua funzione provvisoria di capo dello Stato ha celebrato questa mattina a Montecitorio la giornata della memoria.
Grasso ha proseguito sottolineando che “il ripudio del fascismo e della vergogna delle leggi razziali, la forza del diritto, della libertà e della dignità umana, il rigetto di qualsiasi idea di antisemitismo e negazionismo sono il fondamento più profondo dell’Italia repubblicana e dell’Europa unita”. Poi richiamato l’importanza della “memoria di ieri”, grazie alla quale “possiamo difendere la nostra civiltà dagli atteggiamenti che hanno originato allora, e muovono ancora oggi, la macchina del razzismo, con la sua fabbricazione del nemico e la sua rozza pedagogia di ignoranza e ostilità verso il diverso: di volta in volta, clandestino, omosessuale, ebreo, islamico, nomade”.
Ricordare quanto è accaduto ieri, dunque, per resistere alle nuove aggressioni di oggi, che hanno soprattutto il volto del terrore. Il presidente supplente lo esplicitato facendo riferimento alla “marcia in risposta agli attentati terroristici in Francia”, e suggerendo che “quella è la foto dell’Europa, è il confine ideale che dobbiamo difendere ogni giorno, fatto di pace, libertà, giustizia, rispetto dei diritti umani, accoglienza e sicurezza”.
È stato un discorso molto incentrato sull’Europa, quello di Grasso. E dal momento che il suo nome è tra i papabili per la successione di Giorgio Napolitano al Colle, appare un modo per ribadire ancora una volta le sue posizioni convintamente europeiste, nell’ottica di mostrare quelle credenziali di garanzia di un pieno sostegno al processo di integrazione europeo che molti, tra cui l’eurodeputata Alessia Mosca, ritengono indispensabile per il futuro inquilino del Quirinale.