“E’ troppo presto per parlare del futuro del programma di aiuti perché bisogna attendere cosa deciderà il governo” di Alexis Tzipras. Il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, spegne sul nascere ogni tipo di voce o speculazione sugli scenari possibili per Eurolandia. Esordisce ieri sera in conferenza stampa facendo intendere che ogni tipo di domanda sulla Grecia non avrà risposta, eppure qualcosa si sta già muovendo. “Anche Syriza ha detto che il futuro della Grecia è nell’Eurozona e mi sembra un buon inizio”, tiene a sottolineare Dijsselbleom.
Pochi elementi, e tutti ufficiosi. Ufficialmente Atene è alla prese con la formazione del nuovo esecutivo, ma ufficiosamente – queste le voci che si ricorrono nei corridoi del Consiglio Ue – Tsipras avrebbe detto già oggi al ministro delle Finanze uscente presente a Bruxelles di cominciare a parlare di un’estensione del programma di aiuti, così da preparare il terreno al suo successore. Ufficialmente nessuno conferma, ma sempre ufficialmente i conti tornerebbero: Tsipras intende rinegoziare le condizionalità del programma di aiuti, e non distruggere l’Europa. Dunque si guarda con cauto ottimismo al nuovo premier ellenico, e quelle poche considerazioni che arrivano danno l’impressione che un canale di dialogo sia già in qualche modo aperto. “Oggi – ha sostenuto Pierre Moscovici, commissario agli Affari economici – si è insediato il nuovo primo ministro e domani si formerà il nuovo governo. E’ un fatto positivo, in quanto permette di continuare lo sforzo delle riforme”.
Di Grecia, ad ogni modo, oggi non si può dire di più. Sicuramente ogni discussione di merito si avrà in occasione della prossima riunione dell’Eurogruppo del 16 febbraio, ma ancora prima se ne parlerà a livello di capi di Stato e di governo in occasione del vertice del 12. Se poi la formazione dell’esecutivo avverrà in tempi rapidissimi, già giovedì a Bruxelles potrebbe esserci il nuovo ministro degli Esteri greco per la riunione straordinaria del Consiglio Esteri per fare il punto sull’Ucraina. Agenda permettendo, quella potrebbe già essere una prima occasione per interloquire con il nuovo governo di Atene.