Altri 15 milioni di euro per portare cibo, rifugio, acqua, vestiti e cure mediche a centinaia di persone che stanno soffrendo dell’effetto combinato di guerra, povertà e un rigido inverno. All’indomani della nuova esplosione di violenza nell’est del Paese, l’Unione europea aumenta ancora gli aiuti umanitari nei confronti dell’Ucraina. Le nuove risorse saranno dirette soprattutto a Mariupol, alle altre città più colpite dal conflitto e a rifugiati e sfollati. Il nuovo stanziamento porta l’assistenza dell’Ue, inclusi i contributi degli Stati membri, a 95 milioni di euro. Il nuovo pacchetto di aiuti è stato annunciato dal commissario Ue per gli aiuti umanitari, Christos Stylianides che è in questi giorni in visita in Ucraina.
Con un’operazione congiunta organizzata da Commissione europea e Stati membri, tre cargo porteranno in Ucraina, compresa la zona Est sotto il controllo dei separatisti, tende, coperte, sacchi a pelo e vestiti caldi. Parte dell’aiuto arriverà anche via strada con camion carichi di aiuti che dovrebbero arrivare nell’Ucraina orientale già nelle prossime ore. In totale saranno consegnate 85 tonnellate di aiuti forniti da Germania, Polonia, Austria, Finlandia, Danimarca, Francia, Lettonia, Estonia, Lituania, Croazia e Slovenia.
“L’Unione europea è vicina al popolo ucraino che ha più di tutti bisogno di aiuto”, sottolinea i presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker ricordando che “la Commissione ha fornito aiuti umanitari fin dall’inizio della crisi, ma ora lel necessità sono più acute che mai”. L’esecutivo Ue, spiega Juncker, sta agendo “per aiutare i più vulnerabili a superare questa nuova ondata di ostilità e i mesi più freddi dell’inverno” e i nuovi stanziamenti sono il “simbolo della solidarietà europea”.
“Questa ulteriore prova della solidarietà europea verso l’Ucraina arriva in un momento tragico”, aggiunge da Kiev il commissario Stylianides che domani supervisionerà di persona la consegna degli aiuti e renderà visita agli sfollati: gli aiuti Ue, sottolinea, sono “essenziali per molti che stanno lottando per sopravvivere in condizioni durissime”.