Con la vittoria di Syriza alle elezioni greche, si scopre che il suo leader Alexis Tsipras ha molti sostenitori in Italia. Non solo da parte di alleati più o meno naturali, ma anche da chi, politicamente e ideologicamente, con il movimento della sinistra anticapitalista ellenica ha davvero poco a che fare, ma prova a brillare della luce riflessa del risultato greco.
Scontata la reazione di Niki Vendola, leader di Sel e alleato di Tsipras alle europee dello scorso maggio. “La Grecia manda un messaggio straordinario: è da sinistra che si cambia l’Europa. Grazie Alexis, grazie compagni e compagne greci: una speranza contro la stupida e cinica politica dell’austerity”. Questo il commento a caldo affidato a Twitter dal governatore della Puglia, il quale lancia la proposta di un “coordinamento” per realizzare una Syriza italiana, indicando “tutti i protagonisti di questa sinistra, da Civati a Cuperlo (esponenti della minoranza Pd) e Ferrero (leader di Rifondazione comunista)”.
Anche dalla minoranza Pd si saluta con soddisfazione la vittoria di Tsipras. Ne sono contenti Pippo Civati, Gianni Cuperlo, Stefano Fassina e perfino Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera e da qualche tempo critico con la linea del premier Matteo Renzi. Secondo Boccia, “Renzi, il Pd italiano e il Partito socialista europeo hanno fatto degli errori”, e adesso “le scelte di buon senso che Tsipras pone non possono non essere raccolte”.
Diversa la lettura della maggioranza del Pd. La vice segretaria Deborah Serracchiani si dice convinta “che Tsipras saprà sfruttare al meglio il risultato elettorale raggiunto, per il bene della Grecia e per consolidare in Europa il percorso per la crescita cui ha lavorato il governo Renzi in questi mesi”. Una visione condivisa anche da due esponenti dell’esecutivo. Il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni sottolinea che “da mesi è in corso un braccio di ferro tra austerità e flessibilità”, e indica la necessità di un “negoziato realistico e flessibile” tra la Gracia e l’Ue, per andare “incontro alla domanda che poniamo anche noi italiani di uscire dalla rigidità”. Si spinge oltre il sottosegretario Sandro Gozi, secondo il quale “uno capace di incarnare la volontà di cambiamento come Tsipras” in italia c’è e “si chiama Matteo Renzi”. Per Gozi, il leader greco è “maturato rispetto agli inizi, e anche lui vuole ‘cambiare verso’ all’Europa”. In virtù di questa sintonia, secondo il sottosegretario, “l’Italia di Renzi” è titolata a “un ruolo di mediazione tra Bruxelles e Berlino da una parte, e Atene dall’altra”.
Sia la sinistra alternativa che quella di governo, dunque, hanno i loro buoni motivi per essere soddisfatti del risultato greco. Stupisce però vedere che anche a destra si esulta. Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, parla su Twitter di “un bello schiaffone all’Unione Sovietica Europea dell’euro, della disoccupazione e delle banche. Adesso tocca a noi!”. Salvini vede quella di Tsipras come “la vittoria di qualcuno che non è dipendente né da Berlino né da Bruxelles”. Lo considera un fatto “positivo perché (Syriza) è un partito anti-sistema”, però precisa che “non è esattamente la rivoluzione a cui pensiamo noi”, perché “sull’immigrazione, sui rapporti con l’Islam e sulla messa in discussione della moneta unica Tsipras non c’è”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Giorgia Meloni. Per la presidente di Fratelli d’Italia, “il risultato delle elezioni in Grecia racconta il fallimento delle politiche della Troika e la voglia di libertà che arriva dai popoli europei”, anche se precisa che “Tsipras è lontano anni luce” dal suo movimento, perché a suo avviso “la risposta non è l’internazionale dei popoli, ma la riscoperta delle patrie”.
Anche i Cinquestelle provano a mettere il cappello sul trionfo di Syriza. Secondo Carla Ruocco, componente del direttorio che guida il movimento di Beppe Grillo, “la vittoria di Tsipras mette sicuramente in crisi queste politiche liberiste europee”. La pentastellata è convinta che il risultato sia una “ulteriore conferma” che “la strada per l’Europa è quella indicata dal Movimento 5 stelle”, e prevede che “la nostra visione euroscettica continuerà ad affermarsi ovunque”.
Da Forza Italia una voce controtendenza. Il capogruppo al senato, Maurizio Gasparri, cinguetta che “oggi il conformismo è inneggiare alla vittoria di Tsipras”. Poi si smarca annunciando di non partecipare al “ridicolo coro”, e pur concedendo che “l’Ue sbaglia”, giudica “Syriza peggio”.