Le congratulazioni e i complimenti di rito, gli interrogativi e i dubbi del caso. La vittoria di Syriza il giorno dopo. A Bruxelles tutti ufficialmente si complimentano per il risultato elettorale di Alexis Tsipras, ma allo stesso tempo, silenziosamente, si interrogano. Cosa succederà ora? Vorrà – e se sì in che modo – la Grecia continuare con il programma di ristrutturazione del debito? Queste le domande che aprono una due giorni di riunioni economiche. A Bruxelles oggi c’è l’Eurogruppo, domani ci sarà l’ecofin. In entrambi i casi Atene sarà rappresentato da un ministro sì in carica, ma di fatto delegittimato e non in grado di assumere impegni. Decisioni non sono attese, non a Bruxelles almeno. Sarà il nuovo governo ellenico a dire cosa bisogna fare. Tuttavia “lavorare con l’Eurozona significa accettarne le condizioni e i compromessi”, ricorda Jeroen Dijsselbloem. Al suo arrivo nella capitale dell’Ue il presidente dell’Eurogruppo si congratula con Tsipras, e si dice “pronto” a dialogare con lui, “auspicabilmente il prima possibile”.
Ci sono alcuni nodi da sciogliere. A Bruxelles i tecnici sanno che l’attuale programma di assistenza morirà di morte naturale il 28 febbraio. “Dall’1 marzo non ci sarà nessun programma”, ripetono da giorni, anche prima del voto di ieri. Del dopo nessuna certezza, non ancora almeno. Gli stessi addetti ai lavori sostengono che si imporrebbe una riflessione sull’opportunità di estendere il programma di assistenza dall’1 marzo, ma questo dipenderà da quello che il prossimo governo e il nuovo Parlamento ellenici vorranno decidere. “L’estensione del programma è una delle cose di cui discutere”, ammette Dijsselbloem. Nessuno, almeno per ora, dà l’impressione di temere il peggio. Premesso che “non vedo sostegno per una cancellazione del debito”, verosimilmente dall’1 marzo ci sarà un nuovo programma, ma a diverse condizioni. In fin dei conti è quello che vuole Tsipras. Si vedrà. Intanto la Commissione europea – uno dei tre membri della Troika – si dichiara “pronta a continuare a sostenere la Grecia nelle sfide che ancora rimangono”, come precisato da Margaritis Schinas, portavoce dell’esecutivo comunitario.