C’è una sola raccomandazione che Bruxelles, senza volere entrare nel merito delle elezioni greche, continua a ripetere instancabile: qualsiasi governo salirà al potere ad Atene, dovrà rispettare gli impegni presi dai suoi predecessori. Ebbene, se vincerà Syriza non lo farà, “non rispetterà gli accordi firmati dai suoi predecessori”. Lo ha chiarito senza mezzi termini Alexis Tsipras, leader del partito della sinistra radicale che tutti i sondaggi danno ormai come saldamente in testa nelle elezioni nazionali di domenica. Un eventuale governo che lo vedrà come premier, ha dichiarato Tsipras nel corso di una conferenza stampa ad Atene, “non rispetterà gli accordi firmati dal suo predecessore”, ovvero quello guidato da Antonis Samaras. In ogni caso Syriza “rispetta gli obblighi che derivano dalla partecipazione della Grecia alle istituzioni europee”, ha garantito Tsipras, ma “l’austerità non fa parte dei trattati di fondazione dell’Ue”.
Insomma nessun timore per i diktat di Berlino e nessuna riverenza nei confronti della cancelliera tedesca, Angela Merkel: “Il mio primo viaggio all’estero non sarà a Berlino, sarà a Cipro”, ha aggiunto Tsipras, sottolineando che “Merkel non è più speciale di altri leader Ue”.
E se da Atene Tsipras fa la voce grossa, la risposta di Berlino non si fa attendere. La Grecia non rispetterà gli impegni? Allora sarà anche fuori dal Quantitative easing, il programma di acquisto di titoli di Stato annunciato ieri dalla Banca centrale europea: “Se ho capito bene se la Grecia rifiuta il programma non farà parte del Qe”, ha fatto notare il ministro dell’Economia tedesco, Wolfang Schaeuble. Il ministro tedesco ha poi negato che l’attuale situazione della Grecia sia colpa dell’Europa o della Germania che, ha invece fatto notare, ha fatto molto per aiutare il Paese. “Euro o no – ha concluso Schaeuble – la Grecia ha bisogno di riforme strutturali e negli ultimi anni ha fatto più progressi delle attese”.