Il cammino dello Yemen verso la democrazia è minacciato dalle violenze perpetrate dalla minoranza sciita del Paese che, con un colpo di Stato, ha costretto il Presidente Abed Rabbo Mansur Hadi a rassegnare le dimissioni. “Le dimissioni di ieri sera del Presidente dello Yemen, del Primo Ministro e del suo gabinetto, insieme alla violenza a cui abbiamo assistito a Sana’a e in diverse altre province dello Yemen, incluso il Mareb, stanno mettendo in pericolo notevoli promesse della transizione yemenita”, ha dichiarato Federica Mogherini, Alto rappresentante Ue per la politica estera.
Nonostante i disordini che sta vivendo in questo momento il Paese, Mogherini auspica che il piano d’azione previsto per lo Yemen dall’Accordo di pace e partenariato nazionale e dall’iniziativa del Consiglio di Cooperazione del Golfo venga rispettato. “La roadmap sulla quale si basa il solido programma di governo del Primo Ministro Bahah, volto ad affrontare le urgenti sfide fiscali, economiche ed istituzionali dello Yemen, dovrebbe rimanere un punto di riferimento della transizione”, ha sostenuto l’Alto rappresentante. Di conseguenza, il gruppo militante sciita Ansar Allah che ha preso il potere, ed i suoi alleati “dovrebbero assumersi la responsabilità pubblica delle loro azioni”. Un primo passo importante in questa direzione sarebbe non solo “rilasciare il dottor Ahmed bin Mubarak” ma “rigettare la violenza come strumento politico”.
Il popolo yemenita si merita prima di tutto “istituzioni democratiche e unitarie che rispondano alle loro aspirazioni legittime”. Per questo motivo “l’Ue si schiera a fianco del popolo yemenita in questa fase critica”, conclude Mogherini.