La vittoria di Syriza alle elezioni di domenica 25 viene data oramai come certa da tutti i sondaggi eppure a livello internazionale non sembra esserci quella preoccupazione, per non dire terrore, che sembrava regnare nel maggio 2012. Le cancellerie europee e gli stessi mercati sembrano molto meno spaventati di una possibile vittoria di Alexis Tsipras che pare avere, seppur soltanto in parte, convinto addirittura Berlino di non essere il male assoluto. E Syriza potrebbe poi avere in serbo anche una mossa a sorpresa per tranquillizzare definitivamente Bruxelles, quella di nominare Presidente della Repubblica l’attuale commissario europeo greco, Dimitris Avramopoulos, di Nea Dimokratia. Ce lo spiega Janis Emmanouilidis, analista politico greco-tedesco e direttore degli studi all’European policy center, prestigioso Think Tank di Bruxelles.
Che cosa è cambiato dalle elezioni del 2012?
“La percezione della situazione è molto cambiata e la conoscenza della Grecia è molto più profonda, allora gli europei non sapevano cosa stesse succedendo, ora sanno a che punto è arrivato il Paese e quali sono i suoi problemi. Nel 2012 c’era molto più paura di Syriza, paura di cosa sarebbe successo se avesse vinto mentre oggi le cose sono diverse, così come è diverso lo stesso Tsipras, che non è più così radicale come un tempo”.
Anche in Germania la pensano così?
“Sì anche a Berlino alcuni pensano che lui capisca meglio la situazione e ritengono che possa essere una opportunità per scardinare i problemi come quello della corruzione molto diffusa e del potere della vecchia classe dominante, politica e finanziaria, che non si è dimostrata molto capace. Naturalmente c’è ancora molta incertezza, soprattutto a causa di diversi elementi del partito che sono molto più a sinistra di Tsipras e hanno idee più radicali che spaventano, quelle sì, Berlino. Syriza non è un movimento unitario ma molto eterogeneo. Ma in generale, ripeto, c’è molta meno paura, anche ai più alti livelli dell’amministrazione tedesca”.
E i mercati come pensa che reagiranno a una sua eventuale vittoria?
“Innanzitutto c’è da fare una distinzione tra i diversi market players. Il mercato non è fatto solo da speculatori, ci sono anche i greci normali, gli investitori della classe media, e quelli non si faranno certo condizionare. I grandi market players, quelli della City di Londra o degli altri grandi centri finanziari europei, non sono certo tranquilli. Per loro il problema però non è una eventuale uscita dall’euro, vista oramai come ipotesi piuttosto remota. Quello che non apprezzano è il piano economico che viene proposto da Syriza che ritengono non funzionerà. Ma in ogni caso non ci sarà una reazione sproporzionata nelle Borse”.
Anche Bruxelles sembra più tranquilla rispetto a una eventuale vittoria di Syriza
“In questi anni il partito ha lavorato molto bene nel girare l’Europa per far conoscere il proprio programma e per rassicurare di voler restare nella zona euro. Ora potrebbe mettere a segno un altro colpo che darebbe all’Ue una forte iniezione di fiducia. Una delle ipotesi in capo per la presidenza della Repubblica, che poi è la causa alla base dell’indizione di queste elezioni, è l’elezione dell’attuale commissario europeo greco, Dimitris Avramopoulos. Sarebbe un ulteriore segnale di apertura verso l’Europa, e anche di garanzia verso il Paese visto che si tratta di uno dei leader di Nuova Dmoecrazia, il partito del premier Antonis Samaras”.
A parte l’Europa nel Paese quali sono gli argomenti più forti di questa campagna elettorale?
“Il primo argomento è sicuramente la situazione economica e sociale che è molto deteriorata a discapito non solo delle fasce più deboli, che restano le più colpite, ma anche la classe media tradizionale che si sta impoverendo. Chiaramente l’Europa e la Troika fanno parte però anche di questo discorso. C’è poi la volontà di un forte cambiamento politico, chiaramente preponderante nei sostenitori di Syriza, ma anche negli indecisi che sono divisi e che i sondaggi danno introno al 10%. Alcuni guardano a To Potami (Il Fiume, formazione di centro-sinistra fondata lo scorso anno dal giornalista Stauros Theodōrakīs, che alle europee ha eletto due eurodeputati che ora siedono nel gruppo socialista, ndr). Altri ad Alba Dorata. Ma sono comunque tutti contro Nuova Democrazia, i socialisti del Pasok e anche il neonato partito sorto da una scissione del Pasok, il Movimento dei Socialisti Democratici guidato dall’ex premier George Papandreou”.
Il vento sembra soffiare sempre a favore di Syriza insomma
“Nei sondaggi c’è praticamente l’unanimità nel darlo primo partito, ma resta da capire con che margine. Il sistema elettorale dà 50 seggi di premio ai primi ma se il margine di distanza con i secondi non è abbastanza ampio comunque mancano i numeri per governare. Il problema allora diventa: con chi dovranno governare?”.
Ecco appunto, con chi?
“Potrebbe essere To Potami, ma alcuni esponenti di Syriza hanno detto di non voler governare con loro, ma non con la stessa decisione con cui rifiutano ogni contatto con il vecchio establishment. Con il Partito comunista greco al massimo si potrebbe immaginare un appoggio esterno, ma anche in quel caso non funzionerebbe, ci sono troppe divergenze tra le due formazioni. Strano ma vero potrebbe addirittura essere più semplice una alleanza con i Greci indipendenti, formazione di destra nata da una scissione di Nuove Democrazia, che non sono certo Alba Dorata sia chiaro”.
Le possibilità non sono molte
“Il fatto è che anche se Syriza avesse da solo una maggioranza, questa sarebbe piccola, ed essendo il partito molto eterogeneo, loro stessi potrebbero avere delle difficoltà qualora dovessero trovarsi di fronte alla necessità di fare dei passi indietro rispetto alla loro strategia iniziale, la parte più a sinistra del partito potrebbe creare problemi. Tsipras ha bisogno di mettere in piedi qualcosa che sia stabile e io credo che una coalizione con Ta Potami potrebbe essere la mossa vincente, una mossa che molti greci apprezzerebbero”.