A poche ore dall’avvio del vertice bilaterale tra il premier Matteo Renzi e la cancelliera Angela Merkel – che partirà con la cena ufficiale di stasera a Firenze e proseguirà con i colloqui in programma domattina – anche a Roma si lavora al dialogo tra Italia e Germania, per capire “il contributo che i due paesi possono, anzi devono, dare al percorso di crescita europeo”. Parole dell’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, ex commissario europeo all’Industria e attuale presidente dell’Istituto affari internazionali (Iai), che insieme con il tedesco Istituto per la politica europea (Iep) ha organizzato un incontro di discussione tra esponenti della politica, del mondo accademico e di quello imprenditoriale dei due Paesi.
Per Nelli Feroci, sono diverse le “sfide” che l’Europa può superare anche grazie a una collaborazione tra Roma e Berlino. Perché “al di là delle divergenze che talvolta si manifestano – spiega l’ambasciatore – c’è condivisione sulla volontà di rafforzamento del processo di integrazione europea”.
I settori sui quali la collaborazione può essere fruttuosa riguardano anzitutto l’economia. Soprattutto “oggi che l’agenda economica europea è cambiata”, sottolinea Nelli Feroci, e c’è una “attenzione maggiore alla crescita”. Poi c’è l’energia, ambito nel quale bisogna lavorare insieme per “la realizzazione del mercato interno, la riduzione della dipendenza energetica e lo sviluppo delle fonti rinnovabili”. Ancora, c’è la politica estera comune: “i rapporti con la Russia a Est non sono l’unica sfida, perché a Sud abbiamo la dimostrazione che la politica di vicinato non ha funzionato”. Infine, il presidente dello Iai pone la questione di “come orientare il futuro dell’Ue”, anche alla luce “del negoziato che si dovrà aprire con il Regno unito”. Tutti temi sui quali Nelli Feroci mostra “fiducia che Italia e Germania vorranno lavorare insieme”.
Chiamato a dare un contributo al dibattito sul tema dell’economia, il senatore Paolo Guerrieri ha evidenziato come la collaborazione si debba declinare sul piano del rilancio della crescita. Ad esempio, per Guerrieri, serve una “gestione virtuosa dei surplus e dei deficit”. Dal momento che uno dei principali problemi dalla zona euro, e più in generale dell’Ue, è rappresentato “dall’assenza di domanda”, bisogna “chiedere alla Germania di fare qualcosa in più”, che usi “quel 7% di surplus commerciale” di cui dispone, “investendo” per stimolare la domanda, appunto.
Guerrieri indica poi gli insegnamenti che l’Italia dovrebbe trarre da una collaborazione con la Germania in termini di una “ristrutturazione dell’innovazione”. Ricordando che tra la fine degli anni novanta e l’inizio del nuovo millennio “l’industria manifatturiera era più o meno sugli stessi livelli nei due Paesi”, il senatore evidenzia come i tedeschi abbiano “risposto con un nuovo modello produttivo” alle sfide “dell’internazionalizzazione”, e siano “riusciti a conservare” il loro sistema industriale. Mentre “l’Italia ha subito” la globalizzazione perché “non si può reggere solo abbassando i salari”, ma serve capacità di innnovare, tanto i prodotti quanto il sistema produttivo. E in questo la Germania ha qualcosa da insegnare.