Per il piano di investimenti lanciato dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker servono idee originali e coraggiose, invece la maggior parte delle proposte arrivate fino ad oggi a Bruxelles sono “le solite”, non in grado di imprimere la svolta necessaria e di stimolare i privati.
La denuncia viene dal vice presidente della Commissione Jyrki Katainen, che l’ha pronuciata durante un’audizione al Parlamento europeo. “Ho incontrato ministri che propongono soliti progetti – ha detto il finlandese – , alcuni di questi potrebbero già essere finanziati con gli strumenti tradizionali”. Invece la questione è avere coraggio: “Non tutti hanno capito che questo fondo è per investimenti più rischiosi, per i soliti progetti i soldi ci sono già, dalla Bei o altre parti saltano fuori”. Molti obiettano alla Commissione che con un capitale iniziale di soli venti miliardi è impossibile attivarne altri trecento, “c’è chi dice che effetto leva non funzionerà – ammette Katainen -. Io non lo posso dire prima, ma il rischio deve essere così valido da sbloccare più fondi possibili”. Insomma servono idee originali, anche rischiose forse, ma che inducano i mercati ad uno sforzo eccezionale. Secondo il commissario nel mercato “la liquidità c’è, il problema è dove mettere i soldi per ottenere un buon profitto. La situazione è difficile, proprio per questo abbiamo scelto questo strumento, per sbloccare risorse private che ci sono”.
A Bruxelles, ha spiegato ancora il vice presidente della Commissione si ritiene che “il modo più rapido per creare posti di lavoro sia far affluire capitali alle piccole e medie imprese”. Vari paesi hanno già contattato la Commissione per contribuire al Fondo europeo Feis che finanzierà il Piano e Katainen spera che “ancora non ci sono promesse precise, ma io spero si possa avere contributo aggiuntivo da paesi o banche nazionali”. Certo è, sottolinea, “che più c’è privato meno dobbiamo caricare il contribuente, e il fondo è stato creato essenzialmente per mobilitare risorse private. Noi vogliamo cercar di sbloccare, sviluppare la capacità di condivisione del rischio pubblico per sbloccare fondi privati”.
Naturalmente tutti questi investimenti “devono andare a sostegno dei progetti politici della commissione: efficienza energetica, rafforzare la banda larga, ecc. sono queste le linee guida che orienteranno gli investimenti”, però, ammette, “è difficile capire come stimolare le economie dei singoli Paesi con strumenti europei, a livello nazionale c’è più possibilità”.