E’ giunto il momento di ripensare l’Europa. Sandro Gozi, su questo, non ha dubbi. Ci sono sfide e ragionamenti non più eludibili, e l’adattamento dell’Ue alle nuove realtà impone una revisione della base giuridica. In altre parole, si deve rimettere mano ai Trattati e modificarli. In commissione Affari costituzionali del Parlamento Ue il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei sprona deputati europei e Stati membri ad “andare oltre”. I trattati, sottolinea, “possono essere cambiati, e noi (l’Italia, ndr) siamo favorevoli”. A detta di Gozi il progetto di integrazione “dovrebbe mobilitare l’Ue nei prossimi anni”. La direzione? Completare l’Ue con quello che manca: difesa e sicurezza comuni. “Abbiamo lavorato sul mercato unico negli anni Ottanta, all’Unione europea negli anni Novanta, adesso dovremmo dedicare questo decennio alla difesa, e rivedere il trattato in questo senso”. Ebbene sì, “rivedere”, perchè “dobbiamo rafforzare l’Agenzia europea di difesa e il ruolo dell’Alto rappresentante”, e per farlo occorre riscrivere le regole del gioco comunitario. “Non ho nessun tabù, e penso che si possa e si debba discutere di questo”. Anche perchè la minaccia terroristica è solo l’ultima – in ordine di tempo – delle necessità che impongono un ripensamento dell’architettura legale e giuridica dell’Ue.
“Penso anche al Fiscal compact, che dovrà essere integrato all’interno dei trattati, e quindi dovremo interrogarci sul come integrare, e quindi rivedere, i trattati”. Poi, ricorda ancora Gozi, c’è il dibattito britannico. “Dobbiamo ignorarlo? Credo che sarebbe un errore”. Nel 2017 i cittadini elettori del Regno Unito dovranno decidere se restare all’interno dell’Ue oppure no, e già le elezioni di quest’anno (7 maggio) si avranno indicazioni sulle inclinazioni d’oltre Manica. Gozi non lo nega: all’orizzione c’è anche un possibile scenario di Londra fuori dall’Ue. E’ un’opzione. Magari poco probabile, ma comunque un’opzione. “Non faccio previsioni, ma dobbiamo essere anche pronti all’eventualità di una rinegoziazione dei rapporti tra Unione europea e Regno Unito”. Ma il dibattito comunitario non si esaurisce qui: l’immigrazione rappresenta un nuovo ambito di dibattito. Le spinte migratorie recenti hanno posto l’accento sulla necessità di una nuova gestione del fenomeno. “Siamo ben lontato da un sistema comune d’asilo, e dobbiamo identificarlo come priorità. Questo – sostiene Gozi – è un altro capitolo che dobbiamo scrivere nella nostra legislatura”. Fiscal compact, Regno Unito, difesa comune, immigrazione: presto o tardi il problema di modificare i Trattati si porrà, quindi tanto vale porselo adesso. “I trattati non sono che uno strumento asservito ai nostri obiettivi politici, per cui se i nostri obiettivi cambiano dobbiamo cambiare i trattati”.