In Europa c’è un “nuovo corso”, ma il tempo stinge e gli impegni presi devono essere dimostrati nella pratica. Pierre Moscovici, commissario europeo agli Affari monetari (oltre che a fiscalità e dogane) ha convocato oggi la stampa italiana nel suo ufficio al decimo piano del Berlaymont per dare un messaggio preciso e semplice: la situazione economica è cambiata rispetto ai tempi della commissione Barroso, dunque abbiamo cambiato tutto, c’è una nuova politica economica che sfrutta al massimo la flessibilità, vogliamo dialogare ed evitare sanzioni, ma l’Italia deve provare di aver fatto quello che ha promesso.
Il tempo stinge, “entro la fine di questa settimana”, ha spiegato Moscovici, da Roma devono arrivare tutti i dettagli su riforme e legge di stabilità perché la Commissione possa valutare tutto (nel dialogo costante) in tempo per l’otto marzo, quando esprimerà il suo giudizio definitivo sulle laggi di bilancio e le riforme che sono collegate di Francia, Italia e Belgio. “Chi fa le riforme guadagna tempo e margini di manovra – ha spiegato – questo è lo spirito della nostra comunicazione” sulla flessibilità. L’analisi sull’Italia “si baserà sulla nuova flessibilità”, dunque, ma la riduzione del fecit “che è passata dallo 0,5 per cento allo 0,25 è lo sforzo di bilancio che va rispettato”. Questo è il punto. Con l’Italia “sono in corso confronti tecnici continui, una seconda missione tecnica sarà a Roma prima della fine del mese”.
Il governo Renzi avrà tutta la flessibilità possibile, che si basa su tre elementi: investimenti, riforme e aggiustamento ciclico”, ha spiegato il commissario francese. Di più non si può fare da Bruxelles per aiutare Roma, ma lo sforzo dell’Ue sarà grande, perché “ le sanzioni sono sempre una sconfitta, e il nostro obiettivo non è punire ma avere Stati che siano sereni. Le procedure esistono – ha insistito – ma prima di arrivarci vogliamo utilizzare il dialogo costruttivo per arrivare a un buon accordo”.
Tutto questo non nasce dalle pressioni degli stati, sostiene Moscovici, ma dal fatto che “le circostanze economiche ora sono cambiate rispetto al periodo di Josè Manuel Barroso. Prima si cercavano stabilità e integrità della zona euro. Ora la stabilità è stata raggiunta, l’Unione Bancaria è fatta, ora il problema è la dinamica, la prosperità, e dunque l crescita e gli investimenti”. Il francese tiene a ripetere, e lo fa più volte, che questa è “una Commissione europea politica”, ma è anche quella “dell’ultima chance per crescita, occupazione, riforme strutturali, investimenti e flessibilità”, e per questo “abbiamo evitato sanzioni e procedure ma abbiamo voluto aprire un dialogo”.
“Chiaramente c’è un nuovo corso”, rivendica, ma sembra quasi un appello a capire che non ci sono altre vie d’uscita o tempi supplementari. Questa Commissione riconosce che l’Italia “ha una vera volontà di riformare l’economia, e vogliamo sostenerne lo sforzo e una accelerazione su giustizia, lavoro… e tutto quanto è essenziale per rilanciare la crescita e attirare investimenti”. Secondo Moscovici l’Italia deve “continuare e intensificare, completare e mettere in pratica, in maniera rapida ed efficace”. Poi gli investimenti arriveranno, sostiene, anche grazie al Piano Juncker.