Il Consiglio Ue non si rassegna e presenta ricorso contro la decisione della Corte di giustizia europea di rimuovere Hamas dalla lista europea delle organizzazioni considerate terroristiche. La decisione era arrivata a dicembre per motivi strettamente “procedurali” e non per valutazioni nel merito: secondo il tribunale di Lussemburgo, l’iscrizione di Hamas nella lista nera era fondata “non su fatti esaminati e contenuti nelle decisioni delle autorità nazionali competenti” ma piuttosto su accuse “tratte dalla stampa e da Internet”. Il Consiglio ha però deciso di contestare alcune delle conclusioni della Corte.
Come conseguenza dell’appello presentato, gli effetti della sentenza su Hamas sono sospesi fino alla decisione finale. Le istituzioni europee, fa sapere l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Federica Mogherini, stanno anche “studiando attentamente” altre misure da prendere per evitare, in futuro, altri possibili annullamenti nell’ambito del processo di revisione delle misure dell’Ue per combattere il terrorismo. Le misure, che prevedono anche il congelamento dei beni delle organizzazioni, sono infatti, sottolinea infatti Mogherini, uno “strumento essenziale” per “arginare il finanziamento del terrorismo”.
Quella presa dall’Unione europea è “una decisione immorale”, reagisce prontamente Hamas. “Questo – ha sottolineato l’esponente dell’organizzazione palestinese, Sami Abu Zuhri – dimostra le idee preconcette dell’Europa”. Accoglie “con favore” il ricorso, invece, Israele: “La decisione – ha detto Emmanuel Nahshon, portavoce del ministero degli affari esteri – rappresenta bene la posizione Ue secondo cui Hamas era e resta organizzazione terroristica”.