Tante cose buone ma sull’immigrazione il semestre italiano di presidenza dell’Unione europea è stato un fallimento. Con l’introduzione della missione Triton e la fine di Mare Nostrum l’Europa “ha messo tra parentesi la vita umana”. Il severo attacco viene da Cécile Kyenge, ex ministro ed attualmente europarlòamentare del Pd.
“Il Semestre italiano di Presidenza dell’Unione? Bilancio positivo. Sono merito della Presidenza italiana e, in Parlamento, dell’impulso del Partito Democratico e del Gruppo Socialisti & Democratici i passi avanti verso la crescita: il Piano di investimenti messo in campo da Juncker e finalmente la quota di flessibilità introdotta nell’applicazione del Patto di stabilità. Sul fonte immigrazione, altro grande tema europeo, tuttavia, prevalgono le ombre”. Kyenge, a margine degli appuntamenti odierni dedicati alla città di Brescia, coglie l’occasione per fare un bilancio al termine della conclusione del Semestre italiano di Presidenza Ue. “Detto dei successi, voglio essere franca anche sui limiti e le ‘ombre’ del Semestre – dice l’ex ministro per l’Integrazione – Una riguarda proprio l’emergenza profughi nel Mediterraneo, in fuga da guerre e stermini. Mare Nostrum era una scelta forte verso l’Europa e il mondo, fondata su un valore: il primato della vita umana. Perché il Mediterraneo, il nostro mare, non può essere il cimitero più grande del mondo. L’operazione Triton, subentrata a Mare Nostrum da novembre, segna un pesante passo indietro proprio sul primato della vita umana”.
“Dopo Mare Nostrum, che ho sempre considerato una prima tappa – prosegue Kyenge – era necessario e possibile un passo in avanti dell’Europa che tenesse insieme e bilanciasse primato della vita umana e controllo delle frontiere. Triton, invece, rispetto a questo bilanciamento, è un arretramento: mette tra parentesi la vita umana, affidata alla legge del mare. Troppo poco, e lo dicono anche le Nazioni Unite, non solo la sottoscritta, anche se un ministro si fregia di poter scrivere ‘zero euro’ nella contabilità. E i costi umani? E i costi anche economici di ingrassare la criminalità organizzata alla quale sono costrette ad affidarsi migliaia di persone disperate?”.
“Io però non rinuncio a sperare – conclude Kyenge – Un seme è gettato: la nostra risoluzione che il Parlamento ha approvato a denuncia dei limiti dell’attuale approccio europeo all’emergenza profughi e gli impegni presi dal Commissario Avromopoulos possono essere l’inizio di una nuova visione ed assunzione di responsabilità dell’Unione sul governo dell’immigrazione e delle emergenze umanitarie”.