La tav Torino-Lione s’ha da fare. “Il nodo di Torino è un punto essenziale”, per l’Italia e l’Unione europea. Lo dice la Commissione europea in un nuovo studio sui progetti infrastrutturali da realizzare nell’ambito della strategia per la grandi reti di trasporto (Ten-T). Il rapporto diffuso oggi non è altro che l’insieme degli studi di fattibilità e di impatto di tutti i progetti che l’Unione europea è pronta a finanziare (e in alcuni casi già finanzia) per tutto il corridoio Mediterrano, uno degli assi portanti del nucleo principale (core network) della trasporto intermodale europeo. Bruxelles ha messo insieme questi studi condotti dalle tante parti interessate (RFI, Regione Piemonte, Réseau Ferré de France , giusto per citarne alcune), per giungere a una conclusione: l’alta velocità è irrinunciabile.
“Il nodo di Torino è essenziale per il sistema ferroviario nazionale, sia per quanto riguarda le funzioni di snodo per l’alta velocità/alta capacità sia per il corridoio Torino-Lione, sia per il valore di mobilità metropolitano”. Per questo, “i piani di intervento previsti per il nodo, da un punto di vista infrastrutturale e tecnologico, sono essenziali per accrescere capacità e integrazione intermodale”.
Peccato che gli interventi previsti per la tav giacciano su un binario morto. In base alle carte fornite dalla Regione Piemonte, la Commissione evidenzia come “sebbene il progetto definitivo sia stato presentato nel 2011, lo stesso non è ancora stato approvato dal Cipe”, il Comitato intergovernativo di programmazione economica, l’organismo che ha tra le sue prerogative la promozione delle azioni necessarie per l’armonizzazione della politica economica nazionale con quelle europee. L’Europa ci chiede – entro il 2030 – la tav a Torino, ma siamo in ritardo. Oltre alla mancata approvazione del Cipe, a livello pratico “il tratto nazionale della nuova linea Torino-Lione ancora non è stato realizzato”.
Il progetto deve andare avanti. “In Italia – recita lo studio – le principali criticità sono legate all’attuale linea ferroviaria Torino-Lione, dove gli standard attuali penalizzano in particolare il trasporto merci in termini di produttività”. Per l’Ue il rinnovamento della linea dunque s’impone. Secondo la Commissione le cose stanno così: una volta che il corridoio sarà realizzato qualcosa come almeno 33 milioni tonnellate di merci all’anno passeranno dal trasporto su strada al trasporto ferroviario veloce. Stime più ottimistiche indicano che questo tetto potrà anche arrivare a 41 milioni di merci in meno su strada, liberando le autostrade da 2,3 milioni di camion secondo le stime prudenziali, fino a 3 milioni di Tir in meno secondo quelle più ottimistiche. Ci si guadagnerebbe in velocità, competitività e in sostenibilità: meno Tir in circolazione è meno Co2 prodotta. Inoltre, sempre secondo lo studio, potrebbe guadarci anche l’Italia: il governo ha inserito l’opera nella lista dei progetti da finanziare con il piano Juncker per gli investimenti.
Gli studi sono consultabili qui