Massimiliano Latorre e Salvatore Girone devono essere rimpatriati e la competenza giurisdizionale sul caso dei due marò deve essere attribuita all’Italia o ad un tribunale internazionale. A chiederlo, ora, è anche il Parlamento europeo che ha votato una risoluzione sulla vicenda dei due militari italiani accusati di avere ucciso, nel febbraio 2012, due pescatori indiani e da allora detenuti in attesa di processo. Con la risoluzione comune, approvata per alzata di mano, l’Aula ha espresso “grande preoccupazione” e ha bollato come “gravi violazioni dei diritti umani”, gli “inaccettabili” “lunghi ritardi e le restrizioni alla libertà di movimento dei fucilieri”.
Il Parlamento europeo “si duole del modo in cui la questione è stata gestita” e invita tutte le parti a “cercare con urgenza una soluzione ragionevole e accettabile per tutti nell’interesse delle famiglie coinvolte”. A darsi da fare in tal senso deve essere prima di tutto l’Alto rappresentante a cui i deputati chiedono di “intraprendere ogni azione necessaria per proteggere i due fucilieri italiani ai fini del raggiungimento di una soluzione rapida e soddisfacente del caso”. Ma un invito è rivolto anche alla Commissione che, secondo l’Aula, dovrebbe “porre l’accento sulla situazione dei diritti umani nel quadro delle relazioni con l’India”.
E proprio sulle relazioni con l’India messe “a dura prova” dal caso dei due marò tona ad insistere anche Federica Mogherini nel corso del suo intervento davanti alla plenaria. “Con l’India condividiamo valori e interessi strategici e desideriamo collaborare sulla scena mondiale – ha detto l’Alto rappresentante – ma è bene che tutti abbiano piena consapevolezza di quanto e come la vertenza irrisolta sui due ufficiali di marina italiani possa avere un impatto sulle relazioni tra Ue e India”. Nel giorno in cui la Corte suprema indiana ha deciso di concedere a Massimiliano Latorre una proroga di tre mesi in Italia per motivi di salute, Mogherini ha fatto sapere di “prendere atto con soddisfazione” del permesso che “tiene giustamente conto delle ragioni umanitarie e del grave stato di salute del militare”. Ora, ha continuato Mogherini, “Contiamo sul fatto che questa decisione possa segnare l’inizio di un percorso per trovare finalmente una soluzione rapida, definitiva, equa e condivisa al caso di entrambi i militari italiani”.
Nel corso del lungo dibattito sul tema, nel corso del quale l’Aula ha anche tributato un applauso a Mogherini per essere rimasta presente in Aula oltre la mezzanotte, l’Alto rappresentante ha ribadito che “l’Unione europea intende onorare il suo impegno per una tutela piena e concreta dei diritti fondamentali dei propri cittadini, di ciascun cittadino europeo in stato di detenzione in ogni parte del mondo, promuovendo la risoluzione pacifica delle controversie internazionali e il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale”.