L’Europa è rimasta scioccata dai terribili attentati in Francia e in special modo dall’attacco al Charlie Hebdo, e la risposta popolare è stata forte e importante, ma non bisogna dimenticarsi delle vittime del terrorismo fondamentalista che sono in giro per il mondo, in primis quelle nel Nord Est della Nigeria dove gli islamisti radicali di Boko Haram stanno conquistando sempre più terreno. Lo ha chiesto ieri a gran voce il Parlamento europeo che, in un dibattito con l’Alto Rappresentante Federica Mogherini, ha affiancato al Je Suis Charlie anche il Je suis Baga, in ricordo delle 150 vittime dell’attacco alla città di Baga lo scorso 3 gennaio, tra cui anche molti bambini e una donna incinta. “
È del tutto naturale avere una reazione più forte quando accade qualcosa nel nostro continente e dobbiamo essere fieri dei cittadini europei che hanno dimostrato vera solidarietà con le vittime degli attentati di Parigi”, ma “i nostri valori sono universali e quindi anche l’attacco a Baga è un attacco ai nostri valori”, ha dichiarato in Aula Davor Ivo Stier. Per il popolare croato “bisogna essere realisti”, e ricordare che “una delle cause dell’avanzamento così veloce delle milizie di Boko Haram è dovuta all’incapacità del governo nigeriano di agire vista la debolezza delle istituzioni e la corruzione che ha proporzioni endemiche”, in un Paese “tra i più ricchi del mondo in termini di risorse naturali”, ma dove “due terzi della popolazione vivono con meno di un dollaro al giorno”.
Anche l’irlandese Matt Carthy, della sinistra unita Gue, ha puntato il dito contro il governo che “ha le sue responsabilità” avendo messo in atto a sua volta “deprecabili abusi dei diritti umani” con “circa, solo nel 2013, 950 sospetti membri di Boko Haram lasciati morire di fame durante la detenzione”. Anche Carthy, riferendosi alla risposta europea all’attacco al Charlie Hebdo, ha aggiunto che “ora abbiamo tutti la responsabilità morale di mostrare la stessa indignazione e di investire le stesse risorse per affrontare le cause e le conseguenze di queste atrocità”.
La stessa Alto Rappresentante ha riconosciuto che l’Ue “dovrebbe sostenere di più la lotta contro Boko Haram”, e che “è fondamentale che, oltre a discutere delle minacce a nostra sicurezza, non si perda di vista quello che sta succedendo in termini di grandi minacce terroristiche nel resto del mondo”. Mogherini ha ricordato che quello alla città di Baga è solo uno di una serie di attacchi e bombardamenti avvenuti nell’ultimo periodo, anche nel confinante Camerun, “che dimostrano che la minaccia sta diventando sempre più globale”.
L’obiettivo di Boko Haram “è seminare il terrore per ottenere il controllo territoriale”, attaccando ogni tipo di obiettivo, ma in particolare “i cristiani e le giovani studentesse che rappresentano il cambiamento nella società”. I numeri, ha affermato ancora, “sono spaventosi”: 13mila vittime dal 2009, più metà nel 2014, 1 milione mezzo di sfollati in nigeria, 155mila profughi nel Niger, 37mila in Camerun e 11 mila in Ciad. Per questo secondo Mogherini servono risposte di breve e medio termine. Nel breve serve “un’azione umanitaria efficace”, e un sostegno alla lotta al terrorismo, con l’Ue che “ha già stanziato 3 milioni di euro”, ma nel medio serve anche “una prospettiva di sviluppo e occupazione” nel Paese.