Giù le mani dagli accordi sulla libera circolazione delle persone, “Schengen non si tocca”. Gianni Pittella difende la struttura dell’architettura europea. Non va rimessa in discussione in nome delle nuove sfide di sicurezza e della lotta al terrorismo, dice il presidente del gruppo S&D nell’Aula di Strasburgo. Di fronte agli attacchi di Parigi e alle minacce terroristiche l’Europa deve rispondere in modo costruttivo, altrimenti verranno cancellati decenni di storia di integrazione. “Se si tocca Schengen si tocca uno dei pilastri fondanti dell’Unione europea”, avverte Pittella.
Interviene per esporre il giudizio dei socialisti europei al programma di presidenza lettone del Consiglio Ue, ma il presidente del gruppo – per via delle spinte euroscettiche che chiedono la sospensione degli accordi di Schengen – preferisce soffermarsi su altri temi d’attualità e rivolgersi a chi propone soluzioni estremiste. “La Lettonia assume la presidenza in una fase di speranza e di paura”, premette.
“Siamo in una fase cruciale in cui le nostre scelte determineranno quale di queste due componenti. Se decideremo di arroccarci su noi stessi allora vincerà la paura, se non accetteremo di snaturare la nostra tradizione di integrazione allora avremo fatto vincere la speranza”. Attenti, avverte ancora Pittella: “L’Europa è la terra dei diritti fondamentali, e se l’Europa tradisce questi diritti tradisce sé stessa”.
Il presidente del gruppo S&D lo scandisce bene: “Dobbiamo sapere garantire sicurezza e libertà”. Per fare questo “occorre sfruttare meglio i dati forniti dal sistema di Schengen”. Quest’ultimo “non si tocca, va solo applicato bene”.