“Il 25 gennaio gli elettori ci regaleranno una grande vittoria, e allora potrebbe presentarsi un nuovo inizio per tutta l’Europa, quello di un diverso modo di liberare i Paesi dal fardello dei debiti sovrani”. La sinistra radicale greca lancia il guanto di sfida a Unione europea e zona Euro. Dimitrios Papadimoulis, esponente di Syriza e vicepresidente del Parlamento europeo, non ha dubbio che quanto visto finora sia qualcosa non più accettabile né sostenibile. Nessuna minaccia, ma solo un logico cambiamento di rotta. Perché, accusa incontrando i giornalisti a Strasburgo, finora in Grecia e sulla Grecia si è oltrepassato il limite.
“Il nostro Paese viene governato attraverso le e-mail”, scritte dalle altre capitali, Berlino in particolare. “Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, si comporta come uno sceriffo, e questo non è accettabile, non è il modo di comportarsi né il modo di trattare la Grecia”. E poi la Troika, il club Commissione europea-Bce-Fmi che “ha fallito”, ho imposto un programma lacrime e sangue che “è stato catastrofico”, perchè ha ucciso il Paese ellenico socialmente ed economicamente. “Prima dell’intervento della Troika – attacca Papadimoulis – il debito sovrano era al 125% del Pil, dopo un programma pensato per ridurlo il debito è al 180% del nostro Prodotto interno lordo”. Sul fronte sociale “la situazione umanitaria è disastrosa, con la disoccupazione giovanile al 55% e i migliori cervelli che vanno via”. Ebbene, “Syriza intende porre fine a tutto questo”. Il partito di Alexis Tsipras, mette in chiaro Papadimoulis, “non è contrario all’Europa, non è euroscettico”. E’, più semplicemente, “contrario all’austerità”, al modo in cui è stata gestita la crisi, “contrario ad un approccio neo-liberista per cui solo tagli e riforma delle pensioni sono una risposta” ai problemi.
C’è poi da smascherare l’ipocrisia di fondo. Perché ad Atene gli inviati della Troika “non hanno aiutato la Grecia, hanno salvato le banche francesi e tedesche”. E l’uscita del Paese dell’Eurozona, la tanto decantata ‘Grexit’? Nient’altro che fantasie. “Molti economisti – ricorda Papadimoulis – hanno spiegato molto bene che un suo costo sarebbe molto più elevato del costo del taglio del debito”. Ammettendo che la Grecia possa davvero uscire da Eurolandia. “Una Grexit è priva di ogni fondamento” perché non prevista dai trattati, ricorda Gabi Zimmer, tedesca della Die Linke, capogruppo Gue, dove si accasano i greci di Syriza. Così come “non esiste dire che se si vota per Syriza si rischia di uscire dall’Euro, perchè è un chiaro tentativo di intervento diretto sul processo elettorale greco”. Ma tanto tutto questo finirà presto, perché “dopo la probabile vittoria di Syriza si sposteranno i negoziati su una strada diversa per liberare i Paesi dai debiti sovrani”.