Ondata di allarmi bomba, per fortuna senza esito, a Bruxelles. Dopo la telefonata anonima che nel weekend ha portato i cani anti esplosivo a perlustrare la sede di Le Soir, il maggior quotidiano francofono del Belgio, ieri e oggi, un robot anti-bomba è dovuto intervenire in rue de l’Orient, a pochi passi dal Parlamento europeo. Nel frattempo quattro edicolanti di zone dell’ovest di Bruxelles sono stati minacciati per lettera e diffidati dal vendere il numero speciale di Charlie Hebdo, che sarà distribuito in Belgio da domani.
Identiche le modalità dell’allarme: un valigia abbandonata davanti alla chiesa cristiana ortodossa che sorge al centro di un quartiere abitato da tanti immigrati di modeste condizioni economiche che sono arrivati da varie parti del Mondo. La via è una piccola strada che parte da Place Forte dei Marmi, così chiamata in onore della città di nascita dell’ex regina, Paola Ruffo di Calabria, madre dell’attuale re che è mezzo italiano, che venne alla luce nella cittadina toscana. Vie adiacenti chiuse 120 abitanti evacuati e pedoni bloccati per una mezzora, il tempo di far intervenire il robot, e poi è tutto tornato alla normalità.
Vincent de Wolf, il sindaco di Etterbek, il comune di Bruxelles dove si trova questa zona, ci ha spiegato che “anche ieri è successa esattamente la stessa cosa, e le forze dell’ordine sono intervenute con efficienza”. Non ha nascosto però la sua preoccupazione per il ripetuto allarme.
In generale nella città, pur colpita alla fine dello scorso anno dall’attentato al museo ebraico (che non aveva alcun tipo di protezione) non appaiono misure di sicurezza particolari, non ci sono più poliziotti del solito in giro o nei luoghi sensibili. Ma a Bruxelles la sorveglianza è tradizionalmente discreta, come si usa in Nord Europa.