Sono 194 gli eurodeputati che hanno sottoscritto la richiesta di istituire una commissione d’inchiesta sullo scandalo LuxLeaks sui presunti favori fiscali concessi dal Lussemburgo a diverse grandi multinazionali negli anni passati. Sette in più del minimo richiesto dalle regole dell’Aula per una procedura del genre. Si tratta di un’iniziativa dei Verdi sostenuta dalla Sinistra unita Gue e dal Movimento 5 Stelle, ma alcune adesioni trasversali lasciano intendere che anche nella maggioranza che sostiene Jean-Claude Juncker ci siano diversi che pensino che una commissione d’inchiesta sul LuxLeaks sarebbe necessaria. “L’hanno firmata anche 31 socialisti, 20 popolari, di cui quasi la metà dei cristiano democratici tedeschi, 14 liberali e 11 conservatori”, ha spiegato Sven Giegold (Greens) che ha precisato di non aver voluto per ora i voti del Front National Francese, dell’Ukip e delle altre forze euroscettiche. Il testo ora dovrà passare l’esame della Conferenza dei presidenti che, se darà il suo via libera, aprirà a una votazione in Plenaria dove dovrà essere approvato a maggioranza semplice perché la commissione d’inchiesta si possa fermare.
Ma che tutti i capigruppo la lascino passare è ancora da vedere: una commissione d’inchiesta vorrebbe dire avere una ventina di deputati indagare per mesi in pratica sul presidente della Commissione Juncker, avendo accesso a tutti i documenti sul caso, con il rischio, che è quasi una certezza, di indebolirlo fortemente. Se la richiesta di istituire una commissione d’inchiesta dovesse arrivare in Aula sarebbe quasi sicuramente approvata, sarebbe infatti difficile spiegare all’opinione pubblica una bocciatura.
Il dibattito dunque nella conferenza dei presidenti sarà molto acceso perché è impossibile che i popolari diano il via libera ma è anche per i socialisti sarà una scelta difficile. Per ora il capogruppo S&D Gianni Pittella apre timidamente all’ipotesi. Pittella “prende nota” del fatto che è stato raggiunto il numero di sottoscrizioni necessarie a presentare la richiesta ma si dice “ancora convinto” che il miglior modo per affrontare la faccenda sia una relazione legislativa che “forzi la Commissione a combattere le pratiche fiscali scorrette all’interno degli Stati membri”, mentre invece una commissione d’inchiesta “potrebbe guardare solo alle cose passate”, invece di dedicarsi “a prevenire possibili, nuovi LuxLeaks”. “Non vogliamo che l’inchiesta rallenti le azioni che devono essere intraprese per eliminare le pratiche fiscali sleali”, gli fa eco la collega di partito Elisa Ferreira. Pittella però aggiunge: “Siamo fiduciosi che la commissione d’inchiesta lavorerà in cooperazione con la commissione per gli Affari economici” che si occupa di questa relazione legislativa, aprendo dunque all’inchiesta.
Dal canto loro anche i liberali, la terza forza della maggioranza, si dicono pronti all’istituzione della commissione ma, come i socialisti, chiedono di “continuare il lavoro sulle proposte legislative al fine di trovare una soluzione europea contro l’evasione e la frode fiscale”, ha affermato il loro leader Guy Verhofstadt.