C’è una sola risposta possibile agli attentati di questi giorni a Parigi: la Francia deve sospendere immediatamente Schengen e riprendere il controllo delle sue frontiere. Non ha dubbi la leader del Front National, Marine Le Pen che parlando da Strasburgo chiarisce la sua strategia per combattere il terrore. Una strategia che passa da una decisa presa di distanza dall’Europa: basta, sottolinea la leader del Front National, con “la favola che l’Europa ci protegge, io credo che ci indebolisca almeno con due grandi atti”. Per prima cosa “imponendoci l’apertura totale delle frontiere: non c’è Paese al mondo che non sappia che la prima cosa per controllare il terrorismo è controllare le frontiere”.
Se avessimo delle frontiere nazionali, insiste Le Pen, “avremmo potuto affrontare molti di quelli che tornano in territorio francese dopo avere combattuto in Siria o essersi addestrati all’estero”, senza contare che “il controllo delle frontiere è anche controllo del traffico d’armi”. Insomma l’apertura delle frontiere è frutto di un “accecamento ideologico” ed “è stupido almeno quanto dire: contro i ladri aprite le porte”. Se ad esempio, sottolinea Le Pen, i fratelli Kouachi fossero riusciti a sfuggire alla polizia avrebbero potuto attraversare indisturbati uno, due, tre stati e questo non è accettabile. Questo non significa però che la leader euroscettica sia pronta a rivedere la sua posizione sul cosiddetto Pnr, il meccanismo di registrazione dei dati dei passeggeri, visto da molti come un meccanismo fondamentale contro il terrorismo ma finora rifiutato dal Parlamento: “Noi rifiutiamo tutti gli abbandoni di sovranità e che qualcuno decida al nostro posto”, ribadisce Le Pen.
Ma l’Europa limita la possibilità dei Paesi di difendersi anche in un altro modo e cioè “indebolendo le capacità di polizia”. In Francia, fa i conti Le Pen, con il governo Sarkozy sono stati soppressi 12 mila e cinquecento posti di polizia, con Hollande circa 17 mila. Scelte, secondo la leader euroscettica, imposte dall’austerità europea. Per questo, la prima misura necessaria dopo la “sospensione di Schengen” è, secondo Le Pen, “esigere una moratoria sulle politiche di austerità che toccano la polizia e la sicurezza”.
La Francia deve anche, secondo la leader del Front National, “mettere subito in atto un serio disarmo” contro “le migliaia di armi che si accumulano nelle banlieu francesi, dove oggi un kalashnikov costa un centinaio di euro”. E ancora, “impedire di tornare sul territorio” a quei francesi che partono per combattere all’estero e che sono perfettamente conosciuti dalla polizia. Ma Parigi, secondo Le Pen, deve anche rivedere tutta la sua politica estera che oggi “è una somma di incoerenze”, visto che il Paese “ha contribuito ad operazioni internazionali che hanno aiutato ad armare i terroristi” ad esempio in Libia o in Siria e “continua ad avere relazioni privilegiate con Paesi che armano il fondamentalismo, come Arabia saudita e Qatar”.
Secondo Le Pen è sbagliato incolpare degli attentati genericamente “il terrorismo” che è solo un mezzo: non bisogna avere paura invece di parlare apertamente di “fondamentalismo islamico”. Ma attenzione, tiene a sottolineare, il problema non è l’islam ma quel “cuore canceroso” che cova al suo interno e che rischia di “moltiplicare le metastasi” in un “organismo sano”.