Cattive notizie sul fronte occupazionale. A novembre nell’area Euro il numero dei senza lavoro cresce rispetto al mese precedente. Secondo gli ultimi dati Eurostat in termini percentuali il tasso di disoccupazione resta fermo all’11,5% (lo stesso di settembre e ottobre), anche se non mancano variazioni al rialzo per Francia (disoccupazione al 10,3%, +0,1% su ottobre), Italia (13,4%, +0,1%), e Portogallo (13,9%, +0,3%). Ma è in termini assoluti che si vede il dato negativo di Eurolandia: tra ottobre e novembre sono stati bruciati, in tutta la zona Euro, 34mila posti di lavoro, con i disoccupati che in un mese sono passati da 18.360.000 a 18.394.000.
A pagare di più sono i giovani, al centro di politiche comunitarie che – dati alla mano – si rivelano fin qui poco incisive. A novembre nei paesi con la moneta unica (diciotto, la Lituania è arrivata pochi giorni fa) sono rimaste a casa 24.000 under 25. Un dato che conferma la difficoltà dell’Eurozona nella gestione dei giovani: da agosto a novembre l’occupazione per i giovani è stata sempre in calo, per totali 66mila posti di lavoro bruciati nell’Europa a diciotto. In questa particolare classifica male l’Italia, incapace di invertire una tendenza che vede il numero degli under 25 senza lavoro in costante crescita: 706mila a settembre, 711mila a ottobre, 729mila a novembre. Non diversa la situazione in Francia: 672 mila giovani disoccupati ad agosto, saliti a quota 695mila a settembre, 706mila a ottobre e 714mila a novembre. Dei tredici Paesi dell’Eurozona di cui l’Eurostat ha dati disponibili, solo tre – Austria (-2.000), Germania (-3.000) e Spagna (-3.000) – hanno visto ridursi la disoccupazione giovanile. Per gli altri è stata o aumento o stabilità. Non certo un bel segnale.
La Commissione europea guarda il bicchiere mezzo pieno. “Il dato su base annua è incoraggiante”, il commento di Natasha Bertaud, portavoce per gli Affari interni e la cittadinanza. Il dato di novembre 2014, se paragonato a quello di novembre 2013, mostra come in un anno la disoccupazione giovanile sia scesa (58mila senza lavoro in meno in un anno). “E’ una diminuzione leggera ma importante”, sottolinea Bertaud, secondo cui il piano per gli investimenti di Jean-Claude Juncker “potrà contribuire” a risolvere il problema.