L’Europa condanna la decisione presa dal governo israeliano di fermare il trasferimento delle tasse dovute all’autorità palestinese. Questa decisione, ha spiega Maja Kocijancic, portavoce dell’Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell’Ue, Federica Mogherini, “è contro le obbligazioni di Israele rispetto al protocollo di Parigi”. Secondo la regolamentazione introdotta nel 1994 dal Protocollo di Parigi, che regola i rapporti economici tra Israele e i Palestinesi, i Territori Palestinesi sono inseriti nella cintura doganale israeliana, e per questo Tel Aviv raccoglie i dazi dovuto all’Anp per poi versarglieli. Ma Tel Aviv, in risposta alla richiesta da parte della Palestina di aderire alla Corte penale internazionale, che giudica i crimini internazionali più gravi come il genocidio, ha deciso di congelare il trasferimento di più di 127 milioni di dollari. Una decisione criticata anche dagli Stati Uniti secondo cui si tratta di “una scelta che inasprisce le tensioni tra i due paesi”, ha dichiarato Jennifer Psak, portavoce del dipartimento di Stato statunitense, che ha aggiunto: “Vogliamo evitare un’escalation”. Il contributo mensile raccolto da Israele permette al governo palestinese di pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici e di far funzionare i servizi per la popolazione dei territori occupati. La tasse rappresentano la metà delle entrate nel bilancio palestinese. “Una efficace autorità palestinese, impegnata nella non violenza e per una soluzione pacifica del conflitto è molto importante per la soluzione a due Stati”, ha dichiarato ancora Kocijancic. La portavoce di Mogherini ha anche ricordato che “l’Ue fornisce un considerevole supporto, basato anche sull’assistenza finanziaria, per sostenere le istituzioni e le infrastrutture del futuro Stato palestinese”. “Per noi”, ha continuato la portavoce, “è molto importante che il lavoro che è già in corso (nei colloqui di pace, ndr) vada avanti e ci dobbiamo assicurare che non sia messo a repentaglio”, e che “le obbligazioni siano rispettate e i trasferimenti delle tasse avvengano come dovrebbero”. L’Ue, ha concluso, “continuerà a lavorar per promuovere tutte le strade possibili per raggiungere la soluzione a due Stati”.
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