Nonostante la crisi economica russa, gli Stati membri dell’Unione europea non sono pronti ad alleggerire o ritirare le sanzioni contro Mosca. I capi di Stato e di governo lo hanno messo nero su bianco nelle conclusioni del summit europeo in cui la crisi ucraina era, insieme al piano di investimenti di Juncker, il tema centrale: “L’Ue – recita il documento – manterrà la rotta intrapresa e il Consiglio europeo è pronto ad adottare ulteriori provvedimenti, se necessario”.
A chiarirlo è stata anche la cancelliera tedesca, Angela Merkel: “Le sanzioni – ha sottolineato a Vertice concluso – sono state imposte per ragioni specifiche e potranno essere tolte soltanto quando queste ragioni smetteranno di essere valide”. Secondo Merkel, nonostante le tante promesse di Mosca, progressi sono stati fatti soltanto su uno dei 12 punti dell’accordo di Minsk e cioè il cessate il fuoco bilaterale. La condizione indicata dalla cancelliera per il ritiro delle sanzioni europee è “l’integrità territoriale dell’Ucraina”.
Stesso messaggio dal premier britannico, David Cameron, secondo cui “dobbiamo mantenere le sanzioni fino a che la Russia non cambia il suo comportamento e pone fine all’aggressione in Ucraina”. Più morbido Hollande che ha riportato di avere “notato l’inizio di un processo” di implementazione dell’accordo di Minsk con passi come “il cessate il fuoco, la volontà di ritirare le armi e la pressione che Putin dice di poter esercitare sui separatisti riguardo allo scambio di prigionieri”. Sono, ha fatto notare Hollande, “passi insufficienti ma che esistono”. Il premier italiano Matteo Renzi si è dichiarato “assolutamente” contrario all’imposizione di nuove misure contro Mosca ma ha sottolineato che “dobbiamo assolutamente spingere la Russia fuori dall’Ucraina e dentro ai tavoli internazionali”.
Per il nuovo presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, “l’Europa non è mai stata così unita” sull’atteggiamento da tenere nei confronti della Russia. Tra i leader “c’è stata una discussione pragmatica e non ideologica”, ha raccontato a fine Summit il polacco secondo cui sulla crisi “bisogna essere realisti perché non durerà due giorni o due settimane»”. Per questo, ha ribadito occorre trovare una “strategia europea verso la Russia che sia adeguata, coerente, di lungo periodo e unita”, altrimenti non si troverà “una soluzione di lungo periodo”. Sulle sanzioni, comunque, la discussione è rimandata a marzo quando scadrà il primo pacchetto di misure annuali imposte dall’Unione europea nei confronti della Russia.
Le conclusioni del Consiglio si concentrano anche sulla necessità dell’Ucraina di ricevere ulteriore assistenza economica da parte dell’Ue. “A seguito del secondo esborso della Commissione pari a 500 milioni di euro di assistenza macrofinanziaria, erogato a dicembre, l’Ue e i suoi Stati membri sono pronti ad agevolare e sostenere ulteriormente il processo di riforme in Ucraina”, anche “insieme ad altri donatori”, si è aggiunto nella versione finale delle conclusioni. E che l’aiuto europeo sia vincolato al raggiungimento di risultati concreti da parte ucraina lo sottolinea anche Merkel che chiarisce: “L’Unione europea è pronta ad aiutare l’Ucraina a condizione che il governo spinga per le riforme economiche e combatta la corruzione”.