Vietati, a partire da questo sabato, gli investimenti e il commercio con la Crimea e Sebastopoli. L’Ue continua a punire la penisola separatista ucraina per l’annessione illegale alla Russia e lo fa imponendo un nuovo pacchetto di “importanti sanzioni supplementari” su investimenti, servizi e scambi commerciali, così come stabilito nel corso del Consiglio Esteri dello scorso 17 novembre.
Da sabato in avanti, le imprese europee non potranno comprare beni immobiliari o finanziare imprese della penisola. Gli operatori dell’Ue, poi, non saranno autorizzati a fornire servizi turistici in Crimea e Sebastopoli: in particolare le navi da crociera europee non potranno più fare scalo in un porto situato nella penisola, salvo in casi di emergenza. Il divieto si applica a tutte le navi di proprietà o sotto il controllo di un armatore europeo o battenti bandiera di uno Stato europeo.
Sarà anche vietato esportare alcuni beni e tecnologie destinati a imprese della Crimea nel settore dei trasporti, delle telecomunicazioni e dell’energia, esplorazione ed estrazione di petrolio o gas, assistenza tecnica e servizi ingegneristici. In questi settori è anche vietato fornire assistenza tecnica o servizi di mediazione, costruzione o ingegneria. Le misure si aggiungono al bando sulle merci provenienti dalla Crimea che è stato imposto in giugno e alle restrizioni sul commercio e gli investimenti in alcuni settori economici e progetti di infrastrutture, imposto a luglio. La decisione, approvata per procedura scritta, sarà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue a partire dal 20 dicembre.
Le nuove misure arrivano in concomitanza con un consiglio europeo che vede l’Ucraina tra i principali argomenti sul tavolo. Alla Russia l’Europa chiede “un cambiamento radicale di atteggiamento verso il resto del mondo”, sottolinea l’Alto rappresentante, Federica Mogherini, specificando però che la crisi finanziaria della Federazione Russa “non è una buona notizia” per l’Europa e il resto del mondo. Anche secondo il presidente del Consiglio, Matteo Renzi “una Russia in difficoltà non serve a nessuno” per cui “assolutamente no” a nuove sanzioni contro la Russia. Secondo il premier occorre fare attenzione “a immaginare un potere salvifico della politica come è stata impostata in questi mesi nei confronti della Russia” e anzi si deve fare una “riflessione diversa da quella che abbiamo fatto fino a oggi” su Mosca.
Per il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz si potrebbe anzi pensare di eliminare le sanzioni: non è da escludere, dice, che “il governo russo stia considerando come fare un passo indietro senza perdere troppo la faccia” e “nel caso in cui lo faccia, si può pensare di togliere le sanzioni”. Per il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, “la situazione è molto drammatica, richiede urgente azione, ma non c’è soluzione senza una strategia coerente verso la Russia”.